A volte non c’è una reale motivazione.
Quando si fa qualcosa, intendo.
Cioè proprio la si fa e basta.
Oppure capita che ci si pensa, e si va a scovare una motivazione razionalissima e precisissima, che spiega in modo dettagliatissimo qualcosa che è maledettamente inspiegabile.
Pensa a quando ci si incazza.
Si,hai presente quando ti specchi e vedi che hai le vene della testa che sono in rilievo come le smagliature di quella signora dai capelli rossi che vedi ballare alla sagra di paese, tutta vestita di un abitino attillato e leopardato?
Non scuotere il capo: c’è sempre una signora dai capelli rossi che vedi ballare alla sagra di paese, tutta vestita di un abitino attillato e leopardato, no?
L’azione di incazzarsi è, assieme a quella di informarsi col TG1, spalare la neve e prevenire le scappatelle sex della propria moglie dopo il 7 settimo anno di matrimonio, una delle cose più inutili.
In pratica, fai aumentare la pressione sanguigna, produci migliaia di tossine che ti corrodono tutto ciò che di corrodibile tua madre ti ha innestato, sfrulli i tuoi testicoli come solo il sig. Moulinex saprebbe fare, svernici il tuo pancreas togliendogli quelle bellissime striature verde canonica di cui andavi fiero, spragliaferri il pulsante della digestione e rascazulli le zampe delle zecche da competizione con le quali gareggi nel tuo tempo libero.
E per quale motivo?
Spiegare ad un cretino che è cretino, ti rende cretino.
E allora è giusto godere dell’inutile.
E’ giusto vietarsi di motivare l’inutile.
E’ giusto esplodere come tanti piccoli petardi, minacciando santi, preti, colleghi e concubine, sparando cannonate di mostarda sulla popolazione leghista e smettendola di guardare la TV, aspettando il momento più inutile per antonomasia.
E lo faremo da artisti.
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