Anni fa, quando era molto più frequente che qualcuno mi morisse tra le braccia, mi è capitata una cosa che ancor oggi ricordo.
Un anziano ha deciso di morire proprio lì, in quel momento.
In quel momento durante il quale io mi adoperavo perchè non accadesse.
Non ha detto molto, ed io non ho mentito poi troppo.
 
“Pensavo fosse più doloroso morire…..”
“Macchè morire e morire, cazzo! Non stai morendo e, comunque, non te ne ho ancora dato il permesso” replicai io che non ho mai smesso di essere come sono, anche in quei momenti.
Lui ha sorriso e mi ha detto: “Non perchè non faccia male, ma perchè credevo di dover morire da solo.  E da solo, tutto fa più male”.
“Ascoltami. Nessuno muore solo. Quelle sono stronzate, e poi non stai morendo” replicavo sentendomi come Berlusconi quando prometteva quel famoso milione di posti di lavoro.
Si, proprio quello di cui stiamo godendo tutti noi.
Oggi.
Morti sua. (restando in tema)
“Ma morire solo, non significa morire senza nessuno! Significa morire senza nessuno che capisca quello che sta succedendo. Nell’anima e non nel corpo.”
“E secondo tè io sono uno che capisce? Cioè se capivo qualcosa, facevo sto lavoro?”
 
Non mi rispose mai più, ma mantenne quel sorriso che nessun K osseo permette.
 
Morte.
 
Ma che cos’è la morte?
E’ quell’istante in cui smetti di essere l’amico, l’amante, il conoscente e tutte quelle cose che si possono essere da vivi, e diventi schifoso, intoccabile, inguardabile e tutte quelle cose che un cadavere suscita.
 
Prima tutti ti toccano anche per l’anima del cazzo, e poi “vaffanculo usciamo di qua che c’è un morto”.
 
Prima “guarda il nonno! E’ tanto anziano, sai?”, e poi “copri gli occhi al bambino che non sta bene vedere un morto.  Magari si traumatizza..”
 
Insomma ne deduco che abbiamo un concetto un attimino deviato di morte.
Ma anche di fisicità.
 
Prima è saliva, poi è sputo.
Prima è massa fecale (che suona bene, digeribile direi) e poi, in un attimo, si trasforma in merda;
Prima è sudore e poi “ocio! Non toccare lì che c’è del sudore di qualcuno che magari aveva l’AISS!”.
 
Un pò come per i pensieri:  prima sono pensieri e poi “ma checcazzoscriveilvetraiodimerda?”.
 

 

10 Comments

  1. Rispondi

    Sinceramente ho visto morti venire toccati ancora, da chi non si arrende al fatto che non siano più amici, amanti e conoscenti. E anche dopo, vengono toccati, come se quel corpo fosse il mezzo più vicino per entrare in contatto con la loro anima chissà dove.

    E poi non è tanto strano che un bambino si traumatizzi a vedere morta una persona che ha amato..anzi, sarebbe peggio il contrario. Un bambino non è certo in grado di capire certe cose ed è giusto così..
    Ed in generale, quando si vede un morto, quello che ci sconvolge non è un cadavere, ma sapere che semplicemente la sua anima non può più interagire con noi come una volta..credo.

    =)

  2. Rispondi

    Sui bambini e i morti, vengo da una famiglia in cui la morte era una cosa naturale, solo un passaggio verso qualcosa di meglio, quindi sin da piccola mi son confrontata con vecchi zii dipartiti da andare a salutare, con bisnonni stesi lì in una bella cassa lucida… niente traumi, solo una cosa "normale". Un po' di questa normalità si è persa negli anni, forse non avendo più vecchietti da salutare… e avendo salutato troppi giovani per cui non era così "naturale" quel passaggio forzato. 
    Non lo so se si muore sempre soli, perché credo si scopra solo quando tocca a te, e vorrei evitarlo per un po' ancora (un bel po', magari).

  3. Rispondi

    io non ho potuto vedere mio padre morto
    e ancora oggi, dopo tanto tempo, penso che sia orribile.
    E' meglio vederli i morti, vedere ancora una volta quel corpo che hai abbracciato e non potrai abbracciare più.
    Per me è come poter salutare e poi passare allo stato successivo.
    Però è anche vero che io non ho paura della morte in sè, non ne ho avuto mai, è una cosa che accade.
    Mi fa più paura il dolore, il non poter dare a mio figlio ciò do cui ha bisogno, la possibilità di fare male a qualcuno.
    E la mancanza, quella mi terrorizza, perchè è sempre qui.

  4. Rispondi

    …insieme al corpo moriranno anche le malattie???
    I morti vivono nell'anima di chi li ha vissuti..(almeno per me!).. i bimbi non patiscono la morte (almeno io da bimba)..l'unica cosa che mi faceva un po' ribezzo era il becchino del paese..che mangiava il panino nel tavolo di marmo riservato alle salme…(mah!) poi di notte se sentiva un rumore usciva col fucile e sparava in aria!
    vabbù..cmq. sì..è comune avere questi atteggimenti contraddittori con la morte….fino a che non ti tocca da vicino!

  5. Rispondi

    Vita eterna? Spero dopo la morte. Sai che noia dopo i primi 6 o 700 anni? E pensa se anche "qualcun altro" vivesse in eterno! (uno a caso, magari, un po' basso con un gran sorriso…). No, no! L'eternità su questa terra mi spaventa di gran lunga più di un qualsiasi inferno.

  6. Rispondi

    Io ricordo ancora mio nonnno lì addormentato per sempre. Era bellissimo. Giuro. Disteso e perfetto, con la fronte liscia. Non mi ha turbato affatto esser così piccola e trovarmi lì. E' stato bello e mi piace ricordarlo così. Nessun retro noir…

    Credo che prima di morire dovrebbero chiederci cos'è la cosa che ci è piaciuta di più in vita. Fino a qualche anno fa avrei risposto: gurdare Fantozzi in pigiama, sul divano con papà. 

  7. Rispondi

    il mio primo ricordo (in assoluto)  è quello di mia madre. Sembrava trasparente in quella bara.. vestita di bianco, perchè pare che più muori giovane e più chiaro devi indossarlo l'ultimo abito. io da allora non credo di averne più paura. Dei corpi senza vita, insomma e anche dell'idea che prima o poi, bisogna andarsene. Ma cazzo se quell'episodio mi rende triste e cinica. e vagamente arrabbiata..

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