La vita non è una scala di cristallo.
Lo diceva un tizio tanto tempo fa.
E non aveva troppo torto.
 
Diciamo che è una frase simpaticamente “imprecisa”.
Quella corretta sarebbe “La vita non è una scala di cristallo ma se lo fosse, sarebbe comunque cosparsa di chiodi, schegge e puntine da disegno rinforzate, insieme a tutto cio che sta sempre in mezzo ai coglioni come le pantofole della zia e i giocattoli della figlia dei vicini”.
 
Infatti, sempre per restare nel linguaggio popolare, “La vita non è sempre rose e viole”.
Frase che ti mette davanti al naso una bugia colossale come quella che diceva un tizio tempo fa  “…….creerò un milione e mezzo di posti di lavoro e ridurrò le tasse e cancellerò le province……”.
Ma io lo sbugiarderò.
Quello che diceva che la vita non è rose e viole, perché l’altro si sbugiarda da solo giorno per giorno.
 
Ti fa pensare che quasi sempre va tutto bene, mentre è il contrario.
 
“…non può essere sempre merda” rende meglio l’idea.
 
Uffa.
Ed è solo lunedi.
Ma io non volevo parlare di questo.
Io volevo parlare di altro.
Ma per arrivare a parlare d’altro, devo parlare anche di questo.
Facciamo così: vado al sodo, tanto abbiamo capito che la vita è una rottura di cazzo, leggermente punteggiata di cose carine.
 
Ma se la vita non è una scala di cristallo, l’amore non è di meno.
Anzi.
Dal mio punto di vista, il vero problema dell’amore è l’interpretazione che noi gli diamo.
A questa rottura di cazzo cosa che si chiama amore, s’intende.
“L’amore della mia vita.”
 
Ma dove?
L’amore, tra tutte le varie sue caratteristiche, ha quella di essere instabile.
Incostante.
Imprevedibile.
Impermeabile.
Inferocito (No questa non c’entra un cazzo ma ci stava).
(No, non ci stava)
 
Se io dovessi rappresentare graficamente l’amore (quello di coppia intendo) lo rappresenterei come un carretto.
Si un carro con le ruote.
Si insomma, quelli che si vedono al seguito delle automobili, ma con le ruote di pietra.
Di pietra?
Si di pietra.
E non vuol dire che sia un difetto.
E’ difficile da mettere in movimento ma poi ha la sua bella inerzia.
Ci sono momenti nei quali ci si deve appellare all’inerzia.
 
Altri nei quali serve l’agilità, e lì siamo fottuti.
Ma non divaghiamo.
Restiamo sul tema “amore e ruote”.
Le ruote di pietra non si forano.
Non sono soggette all’invecchiamento.
A volte c’è un attimo di acquaplaning ma dipende da tante cose (Grazie Gesù per aver dato alle donne l’orgasmo pluviale).
E nemmeno sempre.
Allora un “quasi grazie” al nostro Gesù, altrettanto piuviale.
 
Però, se durante la percorrenza avviene che una pietra si rompe, non c’è niente da fare.
Cioè è proprio rotta.
E non esiste il “gonfia e ripara” per la pietra.
In pratica la ruota si squadra.
E non è mica detto che ci si debba fermare!
Diciamo che le cose si complicano di un bel po’.
Per chi tira è un disastro, ma anche per il carretto è uno sbattimento mica da poco.
 
Insomma, la vita e la coppia non sono facili da portare avanti con le ruote quadrate.
 
Qualcuno decide di provare e merita la medaglia al valore.
Anzi ne merita due: una al valore e la seconda alla testardaggine.
 
Perché il tutto, e sto sempre parlando di coppia, fa parte della vita.
E con la vita non si scherza perché non è una scala di cristallo.
Non c’entra un beato cazzo ma ci stava bene.
No, non ci stava.
Come al solito.
 
I saggi direbbero che “rosso di sera, al mattino mal di testa” ma io non sono così filosofo.
 
Mi limito a dire che quando ti rendi conto di trascinare un carretto dalle ruote quadre, se per tè è una rottura di cazzo, per il carretto non è da meno.
I trasportati, gli eventuali trasportati intendo, ti maledicono solo per il fatto che vai avanti.
 
E tutto diventa un “fratturar di minchia” insensato e innevato (ci stava bene……no?).
 
E quindi dedico questo post a tutte le persone dal lunedi difficile.
A tutte quelle che piangono.
A tutte le allevatrici di tacchini.
A tutti coloro che non hanno nessuno che dica loro “buona settimana”.
 
Ma anche a tutti coloro che hanno capito la fugacità della vita e la relativa necessità di impegnarsi per essere sereni.
Non felici.
Sereni.
 
Che Dio vi svernici.
 
Ma con affetto.

6 Comments

  1. Rispondi

    Ti ringrazio Vetraio, perchè oltre a piangere e ad allevare tacchini, condivido la tua teoria. Gran bella teoria. Buona settimana, pure a te.

  2. Rispondi

    Per quelli dal martedì difficile..che la scala di cristallo l'hanno sgretolata e procedonop con le ruote di pietra nel carretto insieme ai tacchini e tutto il resto? Immagino ci sia poco da fare! Buona settimana

  3. Rispondi

    Vedo che i tacchini (ma anche i bocchini) vi interessano.

    Vedremo di affrontare il problema.
    A breve.

    Il bocchino tira.

    Ma anche la patata.

    Povero carretto…..

    Baci sulle rotule e a tutti voi.

    Dio vi aggrappi!

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