[illuminato et consolato]
Ieri sera era una di quelle sere.
Quelle sere nelle quali non si riesce a vivere, immersi in sentimenti come la tristezza, l’amarezza e la rabbia.
E come se non bastasse dovevo fare esercizio con lo strumento musicale. No, non quello strumento.
Sì, perché tra tutte le rotture di cazzo che mi sono creato (e che mi hanno creato – ndr), ho voluto pure metterci anche la scuola di musica.
E fare cose allegre con umore funereo, è patetico.
Ma per indole: non si molla.
Quando lo scroto era ammaccato al punto giusto e le benzodiazepine reclamavano attenzioni, ho deciso di coricarmi.
E come ogni sera, non appena fatto il primo sospiro del rilassamento, quello dove mandi affanculo il mondo ed i suoi abitanti, mi sono accorto di non aver tolto le lenti a contatto.
Nominando dio, i santi, i preti, le persone che odio e associandoli alle cose più immonde, sono andato verso il bagno a depositare le lenti nell’apposito contenitore, senza dimenticarmi di cozzare addosso alla stufetta, al cesto della biancheria da lavare e alla maniglia della porta del bagno.
Quest’ultima è maledetta perché colpisce sempre e sempre e sempre sullo stesso punto.
La lista degli insulti blasfemi, rivolti alle entità di cui sopra, ne risultava così rinforzata.
Pesantemente rinforzata.
Ma finalmente sono riuscito a guadagnare il letto.
Si potrà riposare.
Sì, è arrivato il momento di riposare.
(un cazzo)
Se qualcuno di voi soffre di acufeni, potrà sentirsi libero di bestemmiare assieme a me.
Ieri sera non erano fischi: era il rumore di un elicottero.
Avevo un fottuto elicottero in stanza da letto.
Le benzodiazepine mi hanno così salutato con la manina e se ne sono andate a drogarsi.
E mi sono ritrovato steso assieme al mio umore e con un elicottero in hovering proprio sopra al mio scroto.
Il silenzio in questi casi è negativo.
Occorre generare rumore.
Idea: “Alexa, riproduci radio rai 1”.
C’era un sacerdote.
A differenza di tutti i sacerdoti del pianeta che mentono sapendo di mentire, ammetteva l’inevitabile tristezza che le festività natalizie innescano.
Ha detto proprio: “Le festività sono la peste nera per le persone sensibili, perché esaltano la tristezza”. (Ne deduco che gli insensibili non se ne freghino un cazzo)
Ma ha continuato: “…e la tristezza va accettata, compresa e amata. Solo così si potrà dare la giusta dimensione a situazioni e persone. L’importante è vivere questo passaggio a coscienza leggera. Pulita”.
Dopo aver stoppato Alexa, mi sono addormentato con questo pensiero che è stato decisamente catalitico.
E credo di aver riposato con lo stesso sorriso che mi sono ritrovato al risveglio.
O era una paralisi?
E credo di aver provato un sentimento positivo per me stesso.
Sentire la coscienza pulita e leggera è bene.
Ho aperto gli occhi con il sole già alto e dopo tanto tempo ho sussurrato un “buongiorno” al posto dell’inflazionata bestemmia cattiva, stiracchiandomi come una persona in pace.
Una bella inesistente coincidenza.
Poirot direbbe di non credere alle coincidenze, e questo sarebbe ancora migliore.
Vi auguro di imbattervi in una vaginetta come questa, che ama e non tradisce: