[Irritato/rassegnato]
Ritengo che il dono sia una delle cose più pericolose in assoluto.
“Il dono è una cessione di beni in senso simbolico ed augurale”.
Questo è ciò che è sempre stato, almeno da quando è nato questo blog.
Poi le cose sono cambiate.
Oggi prende la forma di “cessione di beni, servizi, sentimenti, simboli, manifestazioni ed affini, a contrappeso di mesi e mesi di silenzi, disinteresse o cattiverie, in un contesto di indulto e di finta pace collettiva”.
Una sorta di “tana libera tutti”.
Questo non è bene.
Questo irrita e, peggio ancora, disillude.
La disillusione è un sentimento che sovente viene dimenticato ma che è tra i più terribili.
Se dovessi descriverlo, lo immaginerei come un tuffo da una scogliera o da un alto trampolino.
C’è la magia della caduta che, piaccia o no, è un volo non controllato.
C’è l’impatto con l’acqua gelida.
C’è la discesa verso il fondo a polmoni pieni e ad occhi aperti.
C’è la luce che accarezza le bollicine che lasciamo uscire in modo parsimonioso.
C’è il cervello che sa di dover governare la risalita.
La risalita è la tassa per godere di quella emozione.
Risalire non è facile.
Risalire ci fa consumare ossigeno, e noi ne abbiamo poco.
Risalire è uno sforzo di speranza.
Risalire è illusione.
Forse liberatorio premio.
La disillusione è la risalita infinita.
La disillusione ti dà il tempo di tentare il cazzo che vuoi, agognando una boccata d’aria, ma senza permettere che tu ci riesca.
La disillusione è la morte che non ti falcia la testa con un colpo netto, ma aspettando la tua fine sorseggiando un bicchiere di vino.
La disillusione è quando l’ossigeno finisce dopo averti fatto capire che non ne avresti mai più avuto.
La disillusione è la morte senza lotta.
[risoluto]
Ecco perché il dono può essere letale.
Sia se lo ricevi, sia se lo fai.
Puoi regalare un fiore.
Puoi regalare una bomba innescata.
Sono entrambi doni.
E la bomba può essere avvolta in una carta colorata, con morbido fiocco.
Tra le tue mani può essere meravigliosa.
Sarebbe bella prima di ucciderti.
E non lo farebbe in un attimo.
Avresti il tempo di contare i tuoi pezzi.
Sentiresti l’ossigeno diminuire, fino alla morte.
E la tua unica vendetta sarebbe quella di gridare ai suoi frammenti ormai mescolati a quelli del tuo corpo: “Hai vinto tu, ma ricorda che senza di ME, sarai solo RAVIGLIOSA”.
La vaginetta di oggi:
fracatz