[incazzato ma con modo]
Tizio – Ciao
Vetraio – Ciao
T – ieri e ieri l’altro, hai fatto bene a trattarmi come mi hai trattato.
V – lo so.
T – Beh, avresti anche potuto essere meno violento…
V – Ma il risultato non sarebbe stato lo stesso.
T – Forse è vero.
V – È vero, punto.
T – …
V – La verità è che non dovresti nemmeno parlarmi. Non dovresti nemmeno cercarmi. Non dovresti fiatare.
T – In pratica dovrei essere morto, insomma.
V – Ma tu sei morto!
T – No, come vedi sono qui, parlo, mi muovo, respiro, penso…
V – Dì un po’, ma tu da quando la tipa ti ha schiantato il mondo in testa, come ti senti?
T – Malissimo.
V – “Malissimo” non vuol dire nulla. I ragazzetti ai quali i genitori vietano di giocare alla playstation dicono di stare malissimo; i tifosi del Milan dicono di stare malissimo; la Santanchè dice di stare malissimo; “Malissimo” non vuol dire un cazzo.
T – Ma io non lo so descrivere con parole diverse…
V – Dormi bene?
T – No.
V – Mangi con appetito?
T – No.
V – Senti il bisogno di vedere gente e fare cose?
T – Assolutamente no.
V – Segui l’attualità?
T – No.
V – Hai piani per il futuro?
T – No.
V – Sogni ad occhi aperti?
T – A volte ma poi finisco per sentire il bisogno di piangere.
V – Piangi?
T – No.
V – Ti seghi?
T – No.
V – Ti fai segare da una qualsivoglia puttanella?
T – No.
V – Senti cose tipo rimorso, emozione, paura, imbarazzo…
T – No.
V – Provi rabbia, rancore, bisogno di vendetta?
T – No.
V – Capisci il senso delle mie domande?
T – Un po’.
V – Capisci che sei morto? Capisci che non c’è più nulla che possa animare quella cozzaglia di cellule assemblate per formare un corpo umano? Capisci che probabilmente sei già ammalato anche dentro? Guardati: sei un morto cellularmente vivo. Non so nemmeno se si dica così. Sei un ombra, un ostacolo per la luce. Un inutile aggeggio atto a consumare ossigeno.
T – Una merda?
V – No, la merda serve.
T – Perché mi vuoi così male?
V – No, la domanda che avresti dovuto farmi è “Perché mi vuoi così bene?”
T – Beh, non mi pare…
V – Coglione, il mondo non funziona come credi tu. Il mondo è diverso. È selettivo, cattivo, spietato, egoista…
T – E io cosa ci posso fare?
V – Nulla, non ci puoi fare nulla. Devi solo capire che non sei stato banalmente mollato dalla tipa; sei stato derubato, ucciso, spolpato, polverizzato.
T – Dici che dovrei vendicarmi?
V – Ma certo! Ma non con lei: con te.
T – Quando fai così non ti seguo.
V – Lo so.
T – E quindi?
V – Ora che hai capito di essere morto, comportati come tale; Non fare, non pensare, non pianificare; non reagire…Sii morto. Semmai dovesse riapparire qualche segnale di vita, allora se ne potrà riparlare. Prima però devi capire come si fa ad evitare di cadere nella stessa trappola. Devi imparare a vivere, se non vuoi morire.
T – Grazie, sei un amico.
V – No, non lo sono. Amici e puttane ti mollano guarda caso, proprio sul più bello. E io invece sono qui.
La vaginetta di oggi è costei: