Sì vabbè, possono averla anche i cani, le volpi e i capireparto, ma quella è una malattia.
Volevo scrivere circa la rabbia rabbia, non quella delle bestie.
La rabbia è un sentimento.
Può essere superficiale o profonda.
È superficiale quando gridi porchemadonne ai quattro venti, spacchi quello che ti passa per le mani, voti M5S e altre cazzate simili.
È profonda quando ti presenti in modo assolutamente normale mentre in realtà non funzioni più.
I più attenti, che solitamente sono pochi pochi, ti trovano semplicemente triste.
E infatti quando ti incontrano te lo dicono.
“Ciao, tutto bene? Mi sembri triste.”
E tu li schiacci sotto alla macchina, mantenendoti immune al sentimento di rimorso.
Ma anche eliminando i blateroni, la rabbia profonda non si attenua.
Tu puoi lavorare, guardare un film divertente, ascoltare un video di Brignano, rapinare una banca, prenotare una risonanza magnetica al massiccio facciale, ma la rabbia profonda è lì.
Non si muove.
Puoi perfino ridere, ma inutilmente.
Non peggiora ma non migliora.
Sanguini plasma invisibile.
In qualche caso dolori fisici che nessuna pillola lenisce.
E continui a recitare la tua parte, sapendo benissimo che il sangue finirà.
(mentre la rabbia no)
La vaginetta di oggi è costei:
fracatz
Il Vetraio