È ufficiale: non siamo capaci di sviluppare un pensiero che si discosti di molto dal tifo da stadio.
È altrettanto ufficiale che all’italiano medio piaccia recitare la parte di colui che vive in uno Stato sempre inferiore agli altri.
Con lo stesso grado di ufficialità, possiamo affermare che l’italiano medio abbia molta più paura, rispetto ad altri cittadini europei.
Partendo da questi tre semplici pensieri, ho deciso di formulare una mia opinione che, se siete arrivati fino a questo piccolo blog di paese, significa avrete tempo di leggere.
Una pandemia è davvero una eventualità grave.
Un’eventualità drammatica che colpisce un po’ tutti, trasversalmente ed in modo spesso esponenziale (raramente lineare).
Ci sono infezioni più aggressive, meno aggressive, più letali, meno letali….bla bla bla.
Resta il fatto che a nessuno interessi ammalarsi, così tanto per vedere l’effetto che fa.
La pandemia non è nemmeno un evento raro.
Basta cercare un pochino in rete, per capire come, anche nel secolo precedente, le pandemie ci abbiano fracassato gli zebedei.
Ovvio che gli strumenti diagnostici e terapeutici di cui disponiamo, siano decisamente superiori rispetto a ciò di cui si disponeva nel 1700.
E questo incide non poco sui tassi di mortalità.
Fino a qui, penso siamo tutti d’accordo.
Le noie emergono quando, un po’ per natura, un po’ per cultura e un po’ per frustrazione, si cerca di dare una chiave di lettura in modo antitetico rispetto a quella dell’interlocutore.
Così, per spirito ribelle.
Per sentirsi un po’ Robin Hood.
Un pochino anticonformisti.
Un pizzico antipatici.
Sicuramente superiori, in quanto diversi.
E lì scatta l’operazione “San Siro”.
Lì, l’italiano medio si scatena.
lì emerge il mostro che è in noi.
Che è in voi.
L’importante non è il contenuto, ma la quantità di energia impiegata per affossare il principio altrui.
Ovviamente, nemmeno a dirlo, senza porre attenzione ai contenuti, ma basandosi sulle convinzioni.
Convinzioni che non hanno nessun motivo di esistere, perché non figlie di una specializzazione, ma banalmente generate da uno sforzo, magari in buona fede, per spiegare qualcosa che non si riesce a spiegare.
Uno sforzo faticoso.
Liberatorio.
Una cagata, tipo.
Volete un esempio?
Pensate alla banalissima operazione di preparazione di una soluzione di acido solforico.
Un chimico vi dirà di stare attenti, perché si tratta di un’operazione pericolosa che potrebbe mettervi sul letto di un ospedale!
Infatti, far cadere l’acido in acqua non è la stessa cosa di far cadere l’acqua in acido!
Il popolo bue invece sosterrà (test fatto su FB dal sottoscritto) che è tutta una presa per il culo e che, visto che i composti solo solo due, sciogliere A in B, o B in A, non costituisca differenza.
Purtroppo non è così.
L’azione di “espulsione” di questa opinione è lecita (in quanto ognuno può avere un’opinione), ma è errata (in quanto la scienza non è democratica).
La scienza non prevede la discussione di opinioni.
La scienza analizza dati, osservazioni e numeri.
Il resto è costituito da “sforzi”, “espulsioni”, ergo cagate.
In questo contesto, l’italiano medio parla male del suo Governo, l’austriaco medio parla male del suo Governo, l’Inglese medio parla male del suo Governo e via di seguito.
Il tutto, senza osservare i numeri.
Numeri che, almeno in questo caso, premiano senza dubbio alcuno, le scelte operate dal nostro Governo (sebbene non sia un Governo che raccoglie il mio favore).
Ma è un must: “L’Italia fa cagare”.
Gridato senza nemmeno aver mai varcato il confine regionale e senza aver mai avuto il benché minimo contatto con altri Servizi Sanitari.
E vabbuò…
Ma questa valanga di soggetti strani, di questi folletti negazionisti, di queste figure che palesemente vedono i loro occhi ricoperti di soppressa nostrana, da cosa potrà mai avere origine?
La mia formazione che è di tipo scientifico, non contempla le cavità della mente umana.
Non ne so molto e ho quindi iniziato a leggere e ad ascoltare i pareri di due categorie che mi sembrano abbastanza idonee ad esprimere un parere autorevole: psicologi (con abilitazione alla psicoterapia) e filosofi.
Evitandovi il pippone del 2000, sembrerebbe che la paura dell’ignoto, unita alla bassa scolarizzazione, possa costituire la miscela esplosiva.
Mi correggo: implosiva.
Se io vedo qualcosa che ha una dimensione, una caratteristica definibile, toccabile e misurabile, mi fa meno paura di qualcosa che è invisibile, indefinibile e checcazz’ne so.
Ecco che si sono potute apprezzare perle quali “Quando un atomo di virus si trova a cozzare contro una molecole di DNA….” etc etc.
La mancanza di scolarizzazione è poi una costante abbastanza classica.
Non c’è nulla da fare.
Possiamo forse spiegare cosa significhi “azione di riduzione della finestra di rischio” a chi non abbia mai avuto la fortuna di fare un minimo di analisi matematica o di statistica?
Possiamo spiegare cosa significhi “Protezione della collettività per mezzo di azione dei singoli” a tutti?
Come pensiamo di far capire che il numero dei morti per cancro, anche se più grande rispetto ai morti di Covid è decisamente meno impattante in un sistema sanitario nazionale, a chi non sa nemmeno se esista il SSN?
Come si può spiegare che “Un virus ha frammenti identificabili ed indagabili nel dettaglio, e che possono definire perfettamente perfino la sua origine” ad un soggetto che ritiene misurabile solo ciò che è affiancabile ad un metro da sarta?
Il mio pensiero in sintesi
La pandemia è grave;
La pandemia colpisce tutti i Paesi, alcuni con danni maggiori;
La pandemia ancora una volta si accanirà maggiormente sui più poveri;
La pandemia ha origini naturali;
La pandemia verrà sconfitta;
La pandemia ha messo alla prova i meccanismi organizzativi di ogni singolo Paese;
La pandemia ha messo in evidenza che l’Italia non è seconda a nessuno;
La pandemia ha evidenziato i limiti del nostro sistema scolastico;
La pandemia ci insegnerà che non basta “aprire” le scuole per promuovere la cultura;
La pandemia ha fatto emergere le identità occulte delle nostre forze politiche;
La pandemia ci dice che non è sempre positivo poter diffondere le proprie opinioni (persino questa mia);
La pandemia ci ricorda che la scienza lavora sui dati, mentre la politica, specialmente quella di bassa caratura, lavora sulle opinioni;
La pandemia, ci piaccia o no, è stata tenuta sotto controllo solo dalle azioni forti attuate dai Paesi più coraggiosi;
La pandemia sculaccia quotidianamente anche i negazionisti;
La mascherina non uccide;
La democrazia non è mai stata messa a repentaglio da un pezzo di stoffa;
Chi parla di dittatura, non ne conosce il significato;
Chi parla di dittatura sanitaria, non conosce il significato della parola “significato”;
Chi non rispetta le regole, anche quelle a lui non comprensibili, pensa di essere un “Maradona nella squadra del Pontevigodarzere”;
Chi non capisce che piccoli provvedimenti apparentemente senza senso, possono essere parte di un piano di riduzione del rischio collettivo, mirato alla prevenzione del collasso dei comparti più strategici (leggasi SSN) sono già stati ricordati da U.Eco;
Chi pensa che un secondo gravissimo lockdown non dipenda dai nostri comportamenti, sbaglia;
Chi pensa che a me non piaccia la vulva, perché distratto dal Covid, sbaglia
Fracatz
Il Vetraio