Cara donna,
come vedi, ieri non ho proferito verbo.
Sono stato muto come un platano.
Sono stato in religioso silenzio a guardare ed ascoltare una festa che fortunatamente qui in asia non esiste.
La festa della donna.
Ma che acciminchia è sta roba?
In compenso mi sono attaccato ad internet ad ascoltare radio italiana e a leggere commenti vari sul tema.
Agghiaccianti.
Io se fossi donna (e forse una parte di mè lo è pure) m’incazzerei come un flipper.
Una giornata di celebrazioni false come le epigrafi e poi baratro.
Mi ha colpito in particolar modo quella di radio 24 che è riuscita a concentrare un tal numero di stronzate in un’ora, quante solo un leghista ubriaco (o anche sobrio) potrebbe dire in un minuto.
La verità, celebrazioni a parte, è che la donna è donna.
E’ la nostra festa quotidiana.
Con le sue caratteristiche, i suoi pregi e i suoi difetti.
L’uomo le è da contrappeso naturale.
Non ci sono donne uguali e per fortuna, nemmeno uomini uguali.
Se una donna si vuole imporre, ne ha gli strumenti.
Se non lo fa, è perchè preferisce l’onore al risultato.
La donna ha combattuto le lotte femministe per essere meno donna.
Per contro, anche senza nessuna lotta, l’uomo si è progressivamente “infinocchito”.
E torniamo così alla regola del contrappeso.
L’ultima volta che sono tornato in Italia mi è capitata una cosa singolare.
Si era tra uomini (tutti ventenni tranne il sottoscritto. Pregasi non ridere bastardi) a bere un pò di birra.
Arriva una tipa, amica di un ragazzo del gruppo.
A me sconosciuta.
Si siede.
Accaldata.
Raffica di ciao e di come stai.
Tipa: “Sono affranta”.
Amico: “e perchè mai?”.
Tipa: “Sono appena stata scaricata da un ragazzo”.
Amico: “Ma non ti preoccupare….ci siamo qui noi!”.
Tipa: “Si, lo so che voi scopereste anche le fessure del termisifone…..”.
Amico: “Appunto….”.
Tipa: “Si ma io voglio un fidanzato, non uno che mi scopa e basta. No dico, figa sono figa, ma perchè mai sti stronzi mi scopano e basta?”.
(Raffica di pareri più o meno seri da parte di tutti, mentre il vostro Vetraio tace, cercando una particella di sodio persa all’interno della sua birra).
Tipa: “…e quello lì? Il matusa è sordo o tonto? Perchè non parla?” dice di me la scoreggina.
E’ calato uno strano silenzio.
Quel silenzio che creano le persone quando sanno che sta arrivando la tempesta.
E quei ragazzi mi conoscono bene visto che li ho portati quasi tutti all’esame di maturità.
Freno con tutte le forze e mi limito a qualche cenno di cortesia, accennando anche un qualcosa a metà tra un sorriso e una paresi.
Tipa: “ Chiedo anche a te ciccio. Sono forse un cesso? La barista è un cesso, ma ha il fidanzato. E dove stà il problema? Qui tutti mi scoperebbero ma nessuno mi porterebbe al cinema, se non per vedere un pornazzo……..Tè che dici?” mi incalza.
Mentre Andrea si aggrappa all’aspersorio e inizia a lanciare acqua santa ovunque, Alessandro indossa un elmetto.
Mattia compone un sms per la sua famiglia: Grazie di tutto! Ci vediamo in paradiso.
Paolo, più prudentemente, riempie sacchetti di sabbia e li posiziona a nord del mio boccale.
Altri, scuotono la testa e mostrano lo stesso sorriso che gatto silvestro propone al bulldog prima di essere randellato.
Vetraio: “Quando fai una domanda, non ti puoi lamentare se ottieni una risposta …….”.
Tipa: “Cazzo vuol dire?”.
Vetraio: “Tutti ti scopano e basta per un motivo molto semplice: per curiosità. Poi realizzano che cammini come un uomo, parli come un uomo, gesticoli come un uomo e non lo gradiscono.
La barista è decisamente bruttina, ma ha qualcosa che tu non hai: è femmina. So che non capisci la differenza ma ho un’idea: quando torni a casa, chiedilo a tua madre. Si quella che si è fatta le lotte femministe, per trasformare le donne in gente come te. Ah dimenticavo: puzzi come un uomo. Un giro di birre, paga la nostra amica”.
E questo lo dedico alle vere donne.
Fiere di essere donne.
Quelle donne che ogni uomo desidera.
Quelle donne che guardano alla festa delle donne con sospetto.
Quelle che sanno di essere regine indiscusse del nostro mondo.
mezzastrega
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