La comunità ebraica italiana si ritiene offesa per il rientro della salma di Re Vittorio Emanuele III dall’Egitto.
Che già, voglio dire, fare un viaggio così c’è da morire anche da salma, ci si mettono pure gli ebrei.
E si sentono offesi.
Dunque, che si sentano offesi non me ne può fregar meno: più si offendono, più i peli delle mie gambe ondeggiano felici, scambiando doni e sorseggiando merlot.
Ma io preferirei altro.
“Esiste una seconda opzione?” chiederete voi.
La seconda opzione prevede che la comunità ebraica tutta, dopo aver raccolto quella manciata di migliaia di miliardi di euro che non abbandonerebbero nemmeno se vedessero Dio, se ne andasse rapidissimamente affanculo! (al trotto, per essere precisi)
E vorrei sottolineerei la parola AFFANCULO.
Se loro si offendono perché il defunto re ha firmato le leggi razziali, i palestinesi si offendono per essere oggetto di soprusi, violenze, furti, espropriazioni e hitlerate varie, per mano di un viscido popolo che è così povero, da possedere solo i soldi.
E allora, per essere forbiti, educati e tolleranti come solo un vetraio veneto potrebbe essere, la comunità ebraica italiana, può tranquillamente lanciarsi sotto al primo intercity, non aderente allo sciopero indetto da GCIL/CISL/UIL, liberando il pianeta da una delle cause principali di lotte, guerre e morte .
Potrei anche stappare la bottiglia buona, tenuta da parte per le occasioni speciali.
Vaginetta di oggi:
Fracatz
kiro
Il Vetraio