Oggi non scriverò nulla.
Mi limiterò a fare un copia ed incolla, mettendo solo qualche nota in qua e in là…
Vi prego di credere che l’articolo è tratto da ANSA, e non occorre che ridiate così, cazzo.
Le mie note sono in rosso (come pure il mio conto in banca, tipo.)
Con la mamma (vegana stronza) riso bollito e verdure, con il papà (che invece ragiona da felicissimo single) abbuffate al fast food: sull’alimentazione del figlio dodicenne i genitori – divorziati (non occorreva nemmeno specificarlo) – erano talmente in disaccordo che la questione bistecca si-bistecca no è finita addirittura in Tribunale, come riporta l’Eco di Bergamo.
La madre del ragazzino dal 2006 non mangia la carne (limitandosi però a succhiarla, secondo voci di paese) e ha adottato un’alimentazione macrobiotica, che ha imposto anche al figlio (che se sono lui, parto a calci e pugni come se non ci fosse un domani..).
Quando il padre lo ha saputo, l’ha accusata di non essere stato coinvolto in questa scelta che, a suo avviso, metterebbe a rischio la salute del giovanissimo (mentre della sua salute mentale, chissenefrega..).
Inizialmente ha tentato di risolvere la cosa rimpinzando il figlio di carne, latticini e dolci nel weekend (hahahahahaha!!).
O almeno così dice la moglie, lamentando il fatto che il 12enne, dopo ogni weekend passato con il padre, tornava a casa con il mal di pancia (dovuto a ciò che aveva mangiato o al dramma di dover tornare a casa da lei?).
Anche per effetto dei pranzi dalla nonna a base di polenta, gorgonzola e salsiccia (fuck yeaaaah!).
L’ex marito alla fine si è rivolto al Tribunale, per chiedere al giudice di assumere, "in mancanza di accordo fra i genitori, gli opportuni provvedimenti con riguardo al regime alimentare del minore" (cheffai? Mangio un panino al prosciutto perchè me l’ha consigliato il giudice..).
E il giudice ha stabilito che la madre deve mettere in tavola la carne almeno una volta durante la settimana, mentre il padre non deve proporla al figlio per più di due volte, nel weekend (prevedo che non cambierà nulla; il ragazzo continuerà ad essere vittima delle follie dei genitori, amerà la nonna, anche carnalmente e morirà felice in un parco pubblico con una sana siringa di brown sugar piantata nel braccio).
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