È già la seconda volta oggi che sento gente lamentarsi circa la nostra dipendenza dai prodotti cinesi.
Ed è già la seconda volta che si cerca di farmi capire che “è arrivato il momento di ribellarsi!”, come se la mia consapevolezza desse fastidio.
Che è un po’ come se una vaginetta succulenta decidesse di ribellarsi solo dopo che si ritrova ovinostatica in mezzo ad una gangbang di galeotti.
In un sistema capitalistico (ma secondo me anche in uno non capitalistico) ciò che importa alla gente, oltre alle foto dei VIP e al calcio sia chiaro, sono i capitali.
Soldi.
Tu puoi ottimizzare la tua azienda fin che vuoi, ma se hai dei costi di materia prima che sono alle stelle, il tuo prodotto costerà troppo e si venderà come un casco a Napoli.
Chi sarebbe disposto a spendere per la propria materia prima più di tre volte?
Nessuno.
Chi sarebbe disposto a vedere il proprio prodotto di superqualità invenduto perché troppo caro?
Nessuno.
E allora non dovete cagare il cazzo con l’antidumping cinese, perché se la Cina smettesse di portarci qui i suoi materiali, noi falliremmo.
L’antidumping cinese andava considerato PRIMA della crisi, diostrabico!
La vaginetta doveva chiamare la polizia un po’ prima che le appoggiassero mazzetti di glandi pulsanti in ogni orifizio disponibile.
Ma qui entriamo in questioni di gusto.
La vaginetta di oggi:
Fracatz
Il Vetraio
kiro
Il Vetraio
Costantino Rover
Il Vetraio
Costantino Rover
Il Vetraio
F.
Il Vetraio