Già Pirandello con “La carriola”, aveva sdoganato il bisogno di uscire dal proprio ruolo, giusto per confermarne la solidità.
Bastavano pochi passi. Della cagnolina intendo.
Pochi istanti.
Ed è capitato pure a me.
E parlo del bisogno estremo di fare qualcosa di terribilmente diverso da ciò che farei.
E così, percorrendo una stradina di campagna, nella quale perfino le bestie selvatiche evitano di avventurarsi, mi sono accorto di un’anziana signora dal passo debole, dalla schiena curva e dal lungo bastone di legno scuro.
E improvvisamente ho rallentato fino a raggiungerla in modo felpato, sperando perfino che la mia fedele panda, si trasformasse in un felino.
E tutto perché volevo suonare il mio clacson a pochi centimetri dal suo culo.
Lo ammetto.
Volevo vederla saltare in alto come solo Sara Simeoni avrebbe potuto.
Sappiatelo: la missione è stata compiuta e, durante la fase di atterraggio, la nonnina ha gridato un meritatissimo “MORI DA UN COLPO, MUSO DA CAN!”.
Mi sento meglio.
Today’s vaginetta:
kiro
Il Vetraio
Giulia