Dico subito che qualcuno è arrivato a me digitando “IlBetraioblog Ontervista”, cosa che apre scenari davvero spaziali circa le capacità umane.
Lo sprovveduto ovviamente cercava l’intervista che ho rilasciato tempo fa e che mi proiettava di diritto verso il pensiero anti istraeliano, cui sono fiero appartenente.
Ma non è la cosa di cui vi volevo parlare.
In realtà avrei voluto affrontare qualcosa di più gradevole: la sega.
La sega è la riproduzione infelice della scopata.
La scopata è la riproduzione infelice della sega.
Lo capite, vero?
Nella pratica, la sega è il meccanismo col quale la femmina svogliata cerca di deliziare manualmente il compagno.
Nella pratica ancor più realistica, si traduce in una scartavetrata di cappella.
La sega è erroneamente interpretata dalla maggioranza della fauna femminile come una gara di velocità.
E così partono delle seghe che vengono registrate dai sismografi, in grado di provocare lo stesso piacere provato strusciando il cappellotto su di una lamiera ruggine.
Seghe nelle quali la “lei” pensa:” visti i gemiti, l’ho fatto godere a tutta manetta”, mentre “lui” firma un documento nel quale si impegna a non telefonarle mai più.
Seghe che provocano una eiaculazione data dalla disperazione.
Seghe tristi.
La sega è un’arte.
La sega è un meccanismo di trasposizione della vulva all’interno del palmo di una mano.
La sega è tattile.
La sega è la giusta risposta a tanti inutili meccanismi di controllo delle nascite, fatta eccezione per quei casi dove il suo frutto è sapientemente indirizzato.
La sega è qualcosa di diverso rispetto all’accelerare col CIAO PIAGGIO.
I suoi parametri sono la PROFONDITÀ, la FREQUENZA, la PRESSIONE e la LUBRIFICAZIONE.
La PROFONDITÀ è la forza che si imprime a quella povera pelle destinata al contenimento del pene, per simulare la penetrazione nella pelosella.
Se non si controlla correttamente, si possono presentare scenari che vanno dal “inserisco la cappella e mi accontento” fino al più drammatico “spaccotutto ecchissenefrega”.
Entrambi negativi.
La FREQUENZA è erroneamente interpretata come il parametro avente funzione diretta del piacere.
Se fosse così, tutte le donne malate di parkinson farebbero successo.
Quindi fatevene una ragione: la frequenza va studiata.
Se non si controlla correttamente, si può passare dal “ascolta, fermati che mi è venuto sonno” allo “scappiamo, c’è il terremoto”.
La PRESSIONE è la forza con la quale si impugna il pistolo.
Non mi sembra molto difficile capire che se si stringe troppo, muore come un canarino in gabbia.
E invece va ribadito: un uccello peniforme, non va strangolato.
Sennò muore e poi devi tornare dal prete per averne un altro.
La donna che sa controllare la pressione va sposata.
Io ve lo dico, fratelli: la pressione fa la differenza.
La LUBRIFICAZIONE è un parametro troppo sottovalutato.
La lubrificazione eccessiva provoca pensieri del tipo “se questa è la simulazione di una figa, meglio che torni a scopare i culi delle galline”; per contro, se la lubrificazione è insufficiente, occorre tenere a portata di mano il cellulare col numero dei vigili del fuoco a display.
In pratica, la sega è un’arte e la fiat multipla assomiglia a un’edicola.
La vaginetta di oggi:
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Giulia
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