A volte rimaniamo in attesa per lunghi anni di grosse soddisfazioni.
Nel nostro immaginario, la soddisfazione deve essere qualcosa di galattico.
Qualcosa che toglie il respiro come un bacio al gusto “aglio e antiruggine”.
Qualcosa che poi, dal giorno dopo, “nulla sarà più come prima”.
E in questo senso, il bacio gusto “aglio e antiruggine” ci va proprio vicino.
Qualcosa che puoi tramandare alle future generazioni.
Qualcosa di cui vantarsi.
Nella pratica piatta quotidianità, tutto ciò non esiste.
Occorre quindi ritararsi su soddisfazioni meno faraoniche, anche se pur sempre significative.
Ebbene ne ho vissuta una.
Si immagini a tale scopo uno di quei profili FB di paese.
Si, proprio quelli nei quali si installa in modalità permanente, la mostra del delirio.
Quelli dove animalisti, aviopeniche, complottisti, leoni da tastiera, plasmatori del Codice di Procedura Penale, piccoli politici rampanti e tonnellate di antropomorfi che hanno imparato la digitazione compulsiva, contribuiscono al disordine mondiale quotidianamente.
Quelli dove è possibile sapere tutto di tutti, ma sempre filtrato da un falsissimo politically correct della mia minchia.
Quelli dove “è sempre colpa di qualcun altro”.
Quelli dove “Basta! È ora di finirla” ma il tutto a dichiarare una mancata scopata.
Quelli dove spessissimo si passa a leggere per avere qualcosa per cui ridere, parlando con gli amici più dotti.
Immaginate ora un post delirante nel quale, a vario titolo, un po’ tutti vengono a vomitare le frustrazioni della giornata.
Ovviamente associate a frustrazioni di altro tipo, dalle quali emerge in modo nitido il contorno di ogni singolo profilo.
Ebbene, aspettare la fine delle ostilità per depositare una sentenza di inidoneità collettiva al pianeta terra, in modo di non essere assolutamente offensivo con nessuno, è stato liberatorio.
Vedere la cancellazione del post ad opera di qualche moderatore timorato di dio, è stata una delle soddisfazioni più belle del mese.
Cancellazione che appare come una sottolineatura con evidenziatore fluo, del pensiero di U.Eco: I SOCIAL MEDIA DANNO DIRITTO DI PAROLA A LEGIONI DI IMBECILLI.
La vaginetta di oggi
kiro