Siano A, B, C, D, E i cinque passeggeri di una vettura.
Va da sé che la vettura li possa ospitare tutti perché altrimenti avrei optato per un pulmino.
A è l’autista e si occupa anche di gestire l’apertura dei finestrini in modo fulmineo ( C scorreggia frequentemente come solo un posseduto potrebbe fare).
Tutti devono andare percorrere la tratta X-Y, dove Y è il punto di arrivo.
Il problema è che nessuno di loro conosce la strada.
Non c’è il GPS e nemmeno un’anima viva che si degni di avvicinarsi all’auto per fornire le indicazioni stradali.
Evidentemente la notizia di C a bordo fa da comprensibile deterrente.
Non ci sono altri elementi che possano illuminare le menti dei quattro sfortunati viaggiatori (che in realtà sarebbero cinque, ma quattro sono davvero sfortunati, sempre a causa di C).
Al primo bivio, ovviamente senza uno straccio di cartello, si scatena il “totodirezione” e ognuno dice la sua, secondo questo schema:
A: destra
B: destra
C: sinistra
D: destra
E: destra
È questione di qualche secondo che D, saggio come un rotolo di carta stagnola, invochi la democrazia.
In democrazia la maggioranza vince.
E governa pure!
Che non è che uno si accontenti di vincere, eh no!
Vuole anche governare.
Ne deriva che A sia chiamato a guidare il suo veicolo verso destra.
Dopo circa 22.000 km e qualche centinaia di migliaia di peti votivi, il simpatico gruppo arriva a Z.
Z dista da Y un botto e, tra le miliardiadi di bestemmie autoalimentanti e qualche immancabile conato di vomito, scoppia la bagarre.
Tra gli insulti, gli sputi, i “te l’avevo detto” e i “diohane” l’allegra carovana si ritrova persa nel deserto del nulla, senza carburante e senza nulla nello stomaco.
Morale: non è detto che la maggioranza abbia ragione; non è detto che chi scorreggia forte abbia sempre torto; non è detto che chi guida, sia sempre responsabile della direzione.
Morale bis: non sempre la democrazia è buona.
La vaginetta di oggi è costei:
kiro
Il Vetraio
kiro
Giulia
Il Vetraio