Svegliarsi, magari in ritardo e porconando Dio.
Alzarsi.
Farsi la barba.
Indossare la divisa, bianca che, col sangue che gocciola da quel cazzo di brufolino tagliato dal rasoio, diventa immediatamente striata.
Completare il trolley, che poi si scoprirà inevitabilmente incompleto.
Mandare le ultime mail (sempre che tu non abbia una connessione TELE2).
Prendere il proprio fascicolo con le STAR e le SID.
Recarsi in aeroporto, che se è quello di Venezia, sei nella merda a causa del traffico.
Innestarsi nel gruppo di volo (flight attendants, captain…).
Fare una colazione rapida.
Portarsi a bordo dell’aeromobile.
Farsi due coglioni come un comò in stile liberty per fare le check list.
Aiutare il pilota a portare in volo 149 persone.
Decidere di chiuderlo fuori dalla cabina.
Il pilota, intendo.
Quest’ultimo colpevole di essersi fatto scappare una pisciatina.
Schiantarsi su di una montagna, come una merda.
Con altre 149 persone, tipo.
Questo prevede un attacco di follia.
Follia.
Follia che non è prevedibile da nessun test della mia minchia.
La follia è folle, altrimenti sarebbe una ragione.
Quello che invece è prevedibile, disgustoso, irritante e da vermi, è il comportamento della stampa.
Perché non prendere atto che il giornalismo di bassa levatura è una forma di terrorismo?
Vogliamo parlare dei commenti del popolo bue su FB?
Dai complottisti, agli esperti di volo che hanno zero decolli all’attivo, passando per quelli che “è un attacco terroristico perché me l’ha detto mio cuggino”, è la fiera della follia.
Ignorante follia.
Che uccide però molto di più di quella del copilota tedesco!
spartac
il vetraio
spartac
il vetraio