E’ arrivato il momento di tornare a sporcare i pixel dei vostri piccì.
Ma i pixel sono come i bambini piccoli: più si sporcano, più si divertono.
 
Sono tornato in Italia.
 
E la domanda classica che mi viene rivolta è:
 
“Com’è andato il viaggio?”
 
E io non riesco a mentire.
Però non riesco nemmeno a rattristare i visi dei miei interlocutori, rispondendo come vorrei.
Perciò mi limito a dire:
 
“Eh….è un viaggio lungo e come tale stanca……”
 
Ma è falso e se mi guardo allo specchio, vedo i canini che mi si allungano dalla rabbia.
 
Che stanca è la gente, col suo modo di fare e col suo modo di essere.
Tante nazionalità, tante culture, tanti stili e tanti odori.
E questo non sarebbe un problema vivendo in un’epoca dove il rispetto ha ancora spazio.
 
Quando ero piccolo, tutti si snervavano per dimostrare l’ugualianza dei popoli e il principio di sana convivenza.
Tutti uguali…..pace…..amore…….colombe bianche………
 
Io sostengo che sia una stronzata colossale.
 
I popoli sono tanti, milioni di milioni, come le stelle di negroni, ma se guardi bene, con un po’ di attenzione, quello che meno schifa, rompe  i coglioni.  (Accicazzo, trattasi di rima uscita per puro culo).
La gente è pessima.
E’ un grosso rutto.
Un qualcosa di abominevole che fluttua in un mare di decadentismo.
 
Per non discriminare gli “altri” inizierò dagli italiani.
Si proprio noi.
Noi che, polli con le ali, pensiamo di essere aquile.
 
 
Gli italiani in aeroporto sono di due tipi fondamentali:
 
TIPO1: è sempre col vestito blu da manager. Le scarpe sono sempre con la punta troncata, pulite e di marca.
La valigetta è sempre rigorosamente in cuoio.
Si, quel cuoio che profuma di cuoio vero.
Con tanto di lucidissime rifiniture in metallo placato e dorato.
Al polso c’è sempre un pezzo da novanta.
Il capello può essere di due tipi.
Alla briatore (petardo brizzolato) o alla berlusconi (felino spalmato).
Caratteristica fondamentale è il modo in cui telefona.
Se c’è qualcuno con caratteristiche come sopra ma che non grida come un forsennato al telefono, quello non è italiano.
 
La dose di profumo che si spruzza addosso, è di qualche ettolitro/centimetro quardato.
 
 
TIPO2: è il classico italiano in vacanza (dio lo bruci).
Rivoltante.
Indossa pantaloni da spiaggia corti sotto al ginocchio con gli accostamenti di colori peggiori che la natura possa aver mai ipotizzato.
C’è sempre un logo.
D&G, Armani e tutto ciò che non dovrebbe poter essere letto su antropomorfi appartenenti a questo gruppo.
Le ciabatte infradito sono un classico.
Un vomitevole classico.
Normalmente si presenta col capello in disordine, la barba in disordine, e una puzza di capra afgana fumata di ashish.
La felpa di solito si fa chiamare per nome.
Un capo sporco è sporco e basta, ma se è più sporco del limite massimo tollerabile, basta chiamarlo e ti segue.
Non parla l’italiano.
L’inglese è utopia.
State sicuri che se, alla porta d’imbarco chiamano la zona H, ci sarà sempre un gruppo d’italiani che non hanno capito un cazzo fritto di quello che devono fare.
E s’incazzano pure.
Sorvolo sulle descrizione dei dettagli.
Si, quei dettagli che quando mi chiedono:
“Scusi, lei è italiano?”
“I am sorry, I can’t understand…..”
 
Ma poi si arriva a Venezia.
Si arriva all’aeroporto di casa.
E tutto, come per magia…….peggiora.
 
Non esiste posto al mondo dove la consegna dei bagagli avviene in modo peggiore.
Sia per modalità tecniche, che per le tempistiche.
E’ una cosa che non capirò mai.
O meglio io ho già capito e la cura sarebbe l’atomica.
O forse più atomiche.
Si, più atomiche.
 
Poi la chicca:
a Venezia (vi prego di credermi) i carrellini porta bagagli si possono usare solo inserendo una moneta da 50 cent.
 
Domanda:  ma chiccazzo è che arriva in Italia con la moneta da 50cent di euro in tasca??
Chi ha inventato sto sistema aveva forse paura che i carrellini venissero rubati?
Ma perché quelli che hanno la ricotta al posto del cervello, trovano da lavorare in quei posti?
 
Mi dispiace ma siamo brutti e stupidi.
O forse siamo brutti perché molto stupidi.
In ogni caso, lasciatevelo dire, o si cambia o si muore.
Minoranza culturale decadente.

11 Comments

  1. Rispondi

    Tutto stravero: nessuno è più ordinario dei tipi in aeroporto.
    i normali viaggiano su i low cost.
    ciao, grazie, sei divertente

  2. utente anonimo

    Rispondi

    I rumeni all'aeroporto, anzi… i rumeni.

    Tipo A:
    Vestiti presi dai grossisti cinesi o turchi o arabi… quel che sia… l'importante e' che ci sia lo sconto! Profumo… no profumo. No acqua. No sapone. Andate via diavoli!
    Un immenso bagaglio da mano contenente involtini, riso, barattoli di zuppa… di fagioli preferibilmente. Non si sa mai quando c'e' bisogno di risparmiare, vero?
    Motto: Se e' gratis, prendilo! Macche'… sei stupido !? Non importa se non ti servira' mai!

    Gli zingar… cioe'… tipo B, scusate:
    Vestiti di marca o finta marca con le etichette alla vista. Se possibile, anche lo scontrino, perche' no?
    Oro, tanto d'oro! e in grossa quantita', altrimenti non va.
    Bagagli? mah… ce ne sono abbastanza sui terminal!
    Qualche puttana cioe'… moglie (Dio santo! non so cosa mi stia succedendo oggi) con vestiti e adiposita' inversamente proporzionali.

    Poi, ogni tanto, ci sono dei rumeni normali, educati, felici per il primo e forse l'ultimo viaggio della loro vita, che pero' sono troppo vergognati per riconoscersi rumeni.
    Eleonora.

  3. utente anonimo

    Rispondi

    .. pensa a me che ho a che fare con 'sta gente tutti i santi giorni in più posso assicurarti che Malpensa è un altro posto infernale che fa degna concorrenza all'aeroporto di Venezia… ora vado  che devo sistemare l'ennesima caxxata  fatta da un'agenzia su una prenotazione per una bambina CHEPARTECOLVOLODISTASERAAAAAA… non volendo essere scurrile/volgare oltremodo.. passo e chiudo.. buon week end IlVe!   Meritamon

  4. Rispondi


    Poi ci sono anche quelli "normali": educati, vestiti in maniera appropriata ad un viaggio, con bagagli appropriati al peso che sono in grado di trasportare, privi di puteolento panino frittata&cipolla nella borsetta, amanti dell'acqua e sapone, con cellulare sulla vibrazione e scarpe comode (che non si sa mai). E son quelli che, guardandosi attorno, hanno quello stesso sguardo triste e sconsolato per ciò che vedono… E anche loro rispondono "sorry, I can't understand". 

  5. Rispondi

    e tu di che tipo sei?

    lo sai vero che a leggerti pare ti faccia schifo l'umanità intera….
    ci sarà pure qualcuno che si salva….
    e se no
    forse è perchè tu non sai guardare

  6. Rispondi

    …nonstante tutto credo che quei tizi con felpe viventi e quelli profumati si meritino un poco di disguidi nella giornata!

  7. Rispondi

    @mausipisa:

    @Eleonora: promossa.

    @Meritamon: non t'invidio, nemmeno quando capisci che è meglio non invidiarmi.   Il concetto non è ben chiaro, ma nemmeno a mè. Non ti preoccupare.

    @Sciuscia:  hai perso un amico.  Irrimediabilmente.  A meno chè…..

    @momyone: talmente rari da sembrare vetrai in fase di rientro dall'asia, su voli ordinari (non low cost)…….

    @andreaspa: devi sapere che anni or sono, c'era un contest (ruttocontest per la precisione) in un sito italiano.  Quel contest è stato la mia terapia per mesi.  Sentire rutti mostruosi mi fa troppo ridere.  Oggi c'è youtube.
    E su youtube c'è una tipa italiana che ci dà che è un brutto lavoro…..

    @Mezzastrega: se questa la chiami umanità, si  mi fa schifo tutta.
    Tranne persone rispettose, persone che si fanno i cazzi loro, persone che non dormono per terra in aeroporto, persone che si comportano da persone e persone che non appartengono a questa umanità.
    E sono contento dei miei occhi.

    @rafsblog: no, io non sono per i cattivi auguri.
    No, non è il mio stile……
    Basta che si estinguano e io son contento.

  8. Rispondi

    cioè in aeroporto non c'è una persona "normale" banale se preferisci, con una discreta quantità di buona educazione, buon gusto, buon senso?

    mah

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.