No beh,

 

vediamo di puntualizzare.

 

Io capisco che Sanremo sia un evento atteso.

 

Capisco che sia uno strumento di sensibilizzazione di massa.

 

Capisco che lo si usi manifestamente per finalità propagandistiche.

 

Ma non mi si deve prendere per il culo facendomi credere che Cristo sia morto di freddo.

 

Questa storia del “siamo tutti uguali e tutti fratelli” non mi appartiene.

 

Le nostre maestre delle elementari, si sono massacrate per passarci questo valore che si è dimostrato quantomeno equivoco.

 

Io posso rispettare tutti, conviverci, evitare di lanciare loro dardi infiammati e anche esimermi dall’eseguire test di ordigni all’idrogeno nei pianerottoli dei condomini dove si annidano, ma non mi si può forzare a dire che siamo uguali.

 

Io sono io.

 

Non sono rumeno, né albanese, né nigeriano, né cittàdelvaticaniano.

 

Io sono veneto, figlio di veneti, nipote di veneti e bisnipote di ROM.

 

E sempre che si possa dire “bisnipote”, perché francamente mi sembra un termine del cazzo.

 

Ma questo non è importante.

 

La cosa importante è: io non sono come loro, nel bene e nel male.

 

Lasciatemi i miei difetti e la mia cultura.

 

Lasciatemi la mia soppressa con l’aglio, la mia maniacale attitudine all’ordine e alla pulizia.

 

(E non quel tipo di pulizia, diosanto).

 

FB_IMG_1445901414114Immagine a rafforzamento del mio principio.

2 Comments

  1. kiro

    Rispondi

    Il Festival di Sanremo è l'apoteosi del politically correct e del regime in voga al momento. Una volta era prettamente democristiano, oggi è principalmente radical-chic con venature di orgoglio gay. Per questo non lo seguo. Ed è per questo che, pur amando la riviera ligure, spero sempre che un aereo fuori rotta caschi sull'Ariston la sera della finale.

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