Dunque, vediamo un pochino come procedere.

Vorrei fare un ragionamento forbito, non denigratorio e possibilmente senza brutte parole*.

Vorrei fare un discorso attento alle posizioni di tutti gli interlocutori/lettori.

Vorrei fare un discorso moderato.

Pacato.

Un discorso come si deve.

 

Quando si scrive un post, un tweet o altro, equivale ad esporre il proprio pensiero davanti ad un certo gruppo di persone, siano esse una o più di una.

Corrisponde a sostenere una tesi in birreria, in piazza, dal barbiere o cazzi mazzi.

Non per nulla, si definisce “pubblicare” un post.

Pubblicare vuol dire rendere pubblico.

Esporre un criterio pubblicamente, se da un lato soddisfa la tua necessità di esternazione, dall’altro ti espone a critiche.

Tra le critiche ci saranno gli apprezzamenti, cosippure le disapprovazioni.

Fa–parte-del-gioco.

Ora, anche se non so più cosa volevo dire, credo che chi pubblica non possa permettersi di rispondere: “Tu taci perché nessuno ti ha interpellato”, cazzo boia, porca puttana.

 

*Ecco, sapevo che non ci sarei riuscito!

 

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