L’idea di un universo felice è una minchiata.
La probabilità che quest’affermazione sia falsa, è pari a quella che Ligabue cambi accordi.
Io sono felice facendo una certa lista di cose.
Il signor “X” è felice facendo una nuova lista di cose.
Il signor “Y” è felice facendo un’ulteriore lista di cose.
Ogni lista di cose che rendono felici, esprime una buona quantità di dati circa l’identità di ciascuno.
Secondo il ragionamento precedente, io, “X” ed “Y” avremmo liste coincidenti, quindi saremmo la stessa persona.
Io potrei essere la Serracchiani.
L’autoerotismo sarebbe da considerarsi tale o come una forma di trasposizione calcolata?
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