Uno dei peggiori difetti del cielo di dicembre, è quello di assomigliare al cielo d’agosto.

Si vabbè, fa un pochino più freddo, non ci sono le zanzare ad oscurare la via lattea e soprattutto ci sono folli che, vestiti di rosso, lo solcano a bordo di una slitta gridando oh oh oohhh!
A pensarci bene sono differenze minime.

Trascurabili.

Alla fine è sempre un cielo pieno di stelle che stanno là, ferme.

Ti guardano percorrere il solito vialetto con il tuo bel sacchetino di rifiuto umido che scalcia e si dimena come un posseduto.
Per i lettori del meridione: il rifiuto umido è quella frazione di materiale di scarto domestico, destinato alla produzione di compost. Si insomma, quella cosa che voi bruciate assieme agli pneumatici e a resti umani di prostitute rumene evidentemente reticenti e commercianti che non pagano il pizzo.
Quel cielo, come vi dicevo, è sempre lì a guardarti.
Tu bestemmi e lui ti guarda.
Forse bestemmi proprio perché lui ti guarda?
Ma facesse qualcosa, per dio!

Lui: sei la mia preferita; sei così morbida; rotonda; non ti fai mai attendere; la tua pelle è così bianca, setosa…
Lei: …
Lui: ..e tutta la famiglia ti vuol bene! Tutti ti stimano e non passa giorno (No dico, non passa giorno) che qualcuno non ti pensi!
Lei: …
Lui: insomma, ti amiamo! Si! Ti amiamo! Ti amo!

Questo è un dialogo d’amore.
Questo è un dialogo tra un culo e la carta igienica.
Questo è quello che accade confondendo l’amore con l’utilità.
Questo è quello che accade quando il cielo di dicembre, crede di essere il cielo d’agosto.
O forse di maggio.

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