Un padre.

Rientra dal lavoro.

Si lava.

Se fa un lavoro come il mio, oltre a lavarsi si da anche un colpetto di lanciafiamme.

Così, tanto per essere sicuro che l’odore del percolato se ne sia andato.

Dedica del tempo alla famiglia, possibilmente strapazzando un pochino il culo della sua donna intenta a cucinare.

Si perché il padre è (di solito) anche marito.

No, è prima marito e poi padre.

Quindi, evitando gli eccessi che potrebbero turbare la crescita del pargolo, una bella ravanata alle delizie della moglie impegnata in cucina, va data.

Poi si dedica al figlio, ma non nel senso che deve ravanare pure lui!

Nel senso che deve essere disponibile ad ascoltare quella montagna di minchiate che il piccolo conia, prima di diventare adulto. Il bocchia, mica il padre.

Poi da adulto dovrebbe smetterla con le cagate, tranne che non voglia intraprendere la carriera politica, o imitare la vicina di casa.

Arriva così il momento della cena dove, in modo semplice, avviene il contatto familiare, anche se lui continua a pensare di ravanare ulteriormente la moglie non appena arrivati a letto.

O in garage a seconda dei gusti, tipo.

Un momento: sempre che lei non abbia mal di testa, che non sia troppo stanca, che non abbia lo stress, che non abbia il ciclo, che non si sia rasata le ascelle, che non tema che il bocchia arrivi in camera proprio finché gode e altre tonnellate di cose che portano il padre a masturbarsi ferocemente nella solitudine più completa, anche in questo caso verosimilmente in garage.

Si insomma, ecco.

 

 

 

Un padre italiano.

Non rientra dal lavoro, semplicemente perché il lavoro non ce l’ha.

Se ce l’ha, rientra isterico perché con la crisi, tutti i lavori sono difficili.

Infatti c’è la complessità del lavoro che si somma alle crisi isteriche della gente.

Eccezion fatta per notai, avvocati, prostituti e becchini.

Non si lava perché non ci sono i soldi per pagare l’acqua calda, non c’è l’acqua, non c’è il bagno e, a ben guardare, non c’è nemmeno la casa.

Egli non rientra a casa perché non c’è.

La casa.  E anche lui.

Però trova la moglie in cucina.

“E allora se la ravana per benino?” penserete voi.

No.

Infatti, visto che non ci sono i soldi per fare da mangiare, la moglie sta in cucina a chattare.

Si, a chattare.

Non ci sono i soldi per vivere, ma la moglie superperizomata di leopardati colori, sta a chattare.

Il marito capisce subito che ha quel paio di quintali di corna piantate nel cranio e pensa al femminicidio.

Abbandona l’idea solo perché poi alla TV direbbero che si è accanito contro la povera moglie solo a causa della depressione, visto che era disoccupato.

Mica che l’ha tolta di mezzo in quanto zoccola!

No, quello no.

Decide di lasciarla flirtare col pianeta e lui, senza nemmeno la forza di masturbarsi furiosamente, si ritira davanti ad una TV che parla della crisi del Milan.

 

Morale: in Italia si segue troppo il calcio, nel tentativo di non commettere femminicidi a danno di mogli zoccole.  La crisi passerà solo quando calcio e zoccole spariranno, lasciando spazio a lavoro, ravanate e pugnette furiose in garage.

 

6 Comments

  1. Rispondi

     magari la moglie è zoccola perché il marito si dedica al calcio invece di ravanarle le chiappe, ci hai pensato a questo? anche le donne hanno i loro bisogni eh XD

  2. Rispondi

    Giusto, Aeriselphie. Tante mogli la danno all’idraulico e al postino perché il marito non se le tromba più. E fanno bene (le mogli).

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