Non credo alle coincidenze.
Specialmente quando parliamo di coincidenze che fanno pensare immediatamente a tutto fuorchè a coincidenze.
Avete presente quelle cose che fanno dire: “Eccheccazzo!”
Ecco.
E io, da qualche settimana, ne sto vivendo quotidianamente.
Talvolta in modo palesemente “eccheccazzico”.
Ma perché?
Perché?
Ecco, siamo nel territorio di confine, dove il perché vale più del cosa.
E oggi mi concentrerò sul perché.
Per esempio, perché Mc Guyver non ha mai attacchi improvvisi di diarrea fulminante?
Quelle diarree che per quanto tu sia bravo con magnetismo ed esplosivi, ti caghi addosso in modo indegno?
Avrà forse il buco del culo che chiude in modo perfetto come i boccaporti dei sottomarini?
Perché le pubblicità di assorbenti e adesivi per dentiera vengono trasmesse sempre durante i pasti?
Ci sarà forse una relazione tra le capacità adesive del collante e la capacità assorbenti dell’assorbente?
O forse l’assorbente è segretamente intenzionato a diventare adesivo mentre suo cugino vorrebbe assorbire dentiere?
Perché il prete chiude sempre la messa con un bel “andate in pace” sapendo benissimo di mentire?
Arriverà un’altra settimana di merda e non basta che qualcuno metta dello zucchero su di uno stronzo perché si trasformi in caviale.
Sarà uno schifosissimo, ma dolce, stronzo.
Perché rispondiamo al telefono dicendo: “Pronto?”.
Non basterebbe semplicemente dire: “Chi è che mi caga il cazzo?”
Perché ci si innamora e non ci si innabionda?
Perché la memoria, che è una delle caratteristiche più apprezzate del cervello, serve solo a far ricordare cose brutte?
E se ricordi qualcosa di bello, perché deve inesorabilmente finire male?
Piove.
Si squarcia il cielo e cade il mare.
Bevo.
Ed è un buon giorno per cambiare.
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