Si fanno il segno della croce, baciano l’anello, baciano il compagno, baciano il culo del mister.
Toccano il prato e (oplà) nuovamente il segno della croce.
Battono il petto, saltano, scalciano, gridano e insultano.
Simulano falli per compensi folli.
Bevono, spruzzano, versano e lanciano.
Non si sa bene dove, ma corrono per segnare, difendere, attaccare e tutte quelle robe lì.
Pronti a mimare la pancia della moglie, baciare santini, togliersi la maglietta per mostrare il tatuaggio, poi togliersi il tatuaggio per mostrare la maglietta e poi togliere il santino per mostrare la pancia della moglie.
Indossano fasce, cerchielli e fiocchetti per raccogliere capelli da modelli.
Poi saltano, rincorrono e piroettano.
Impugnano la bandierina e salutano la curva.
Inspiegabilmente.
Che poi, porca troia, il coglione della curva sarà forse meno coglione di quello in tribuna?
Mah.
Io preferisco le curve.
Le altre intendo.
Rimproverano l’arbitro, sgridano il guardalinee, cazziano il quarto uomo e anche il loro portiere.
Quest’ultimo, senza subalterni, urla a tutti e si asciuga gocce di sudore presenti sulla fronte.
Ma è l’unico che non corre. Mah.
Poi continuano a baciare.
Baciano tutto.
Baciano il pallone, la bandiera, il loro infradito e quello del massaggiatore.
Baciano la coppa, i fiori e anche qualche picca.
Riempiono le pagine dei giornali, i tiggì, gli approfondimenti, la cronaca e persino la politica.
Talvolta i tribunali.
E pensare che si cibano di stupidità popolare.
Cioè esistono solo con pubblico stupido e intenzionato a peggiorare.
Il pubblico intelligente capisce che si tratta di un matrix.
Chi segue il calcio rincoglionisce anche te: sfondagli il cranio.
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Ilvetraio