A me ‘sta storia dello stupro di gruppo non va giù.
Che un manipolo di coglioni diciottenni prenda e trapani una sedicenne in un bagno, mi suona strano.
Poi ci si mettono le persone a farmi le domande e io sono abituato a rispondere!
Voi non dovete chiedermi cosa io ne pensi.
Non lo dovete fare!
Altrimenti mi irrito e poi dico quello che penso davvero.
Salvo che le cose siano cambiate nel corso dell’ultimo lustro, io propendo per la tesi che, a meno di una minaccia armata (sia essa con armi leggere o con sistemi di abbattimento aereo di media gittata) una donna che non vuole essere penetrata, non si fa penetrare.
Io credo che, opinioni a parte, ci siano due fatti inconfutabili:
1) Gli uomini sono dei coglioni;
2) Per violentare una donna occorre anche una violenza fisica notevole.
Si insomma, occorre che la tipa sia minacciata, o picchiata, o cose vomitevoli del genere.
Dicevo: gli uomini sono dei coglioni perché, sebbene la vagina mi piaccia tanto (assieme al cioccolato fondente e alla cacciagione con la polenta fritta), non comprendo quale possa essere la soddisfazione nell’inserire il proprio “birillo” in una non consenziente patata.
Il tutto, sapendo di commettere un reato che li porterà di sicuro (tranne che uno non si chiami Silvio) in galera, dove altri coglioni come loro, ritorneranno loro il favore. Analmente, tipo.
E’ un fatto incomprensibile che non capirò mai.
Ora, che cinque implumi cretini, radunati nella stessa festa, facciano a turno il “buon vecchio su e giù” ad una ragazzotta non consenziente, senza doverla gonfiare di pugni e senza metterle sulla narice sinistra la canna di una Smith & Wesson, lo trovo alquanto sospetto.
Difficile.
Credo sia stiracchiata anche la tesi in base alla quale, a cerniera sollevata (e coglioni svuotati come si deve) ognuno dei caproni se ne sia andato per la propria strada, senza un minimo di caos.
Immagino che una tizia violentata gridi, starnazzi, pianga, sputi, scalci e quant’altro.
Qui invece non succede nulla.
I cretini fanno a tempo a pavoneggiarsi della cosa con altri maschi e allora scatta il caos.
E se fosse invece che:
Festa.
Tipi e tipe della stessa fascia d’età, sono radunati in una manciata di metri quadri a “liberar nell’aire” tonnellate di ormoni.
Tizi dal pisello sempre dritto e tizie che non si lamentano della cosa.
Competizione spinta a mille nel comparto maschile, per la conquista delle tipe più belle.
Competizione spinta a mille nel comparto femminile, per la conquista dei tipi più belli.
Cesse e cessi che si strappano i capelli per la conquista di qualcuno che li caghi, per poi finire a limonare col famoso tubo di scarico dell’ape 50 (modificato POLINI).
La stessa storia che si ripete dalla notte dei tempi.
Sveglia gente!
E’ la stessa storia da sempre!
E in questo minestrone c’è chi è più precoce e chi è più tardivo.
Anche questo è normale.
Una tizia precoce si sente minacciata dalla presenza della imprevista figona di turno.
Si, parlo della dea.
Quella che solo da come cammina, ti fa gridare gli spermatozoi, come delle scimmie arboricole.
La strafiga è però una “tardiva” che non ha ancora confidenza col birillo.
La tizia precoce decide quindi di vincere facile e “carica” due drink di quelli giusti, carburando come una SUZUKI Katana, portandosi in bagno i tipi che vuole distogliere dalla figona vergine.
I cretini affondano il micro pisello nella tizia, credendosi immortali come Highlander e se ne vanno a darsi un po’ di arie.
La festa finisce sostanzialmente con un colossale scambio di fluidi, consenzienti e non.
Insomma, rivedo le vecchie feste che si facevano a casa del buon vecchi Sandri, nelle quali c’era sempre, inesorabilmente, immancabilmente la Roberta con tutti gli orifizi in uso.
Non credo esista cittadino della mia città che non abbia donato seme alla buona Roberta.
Qui scatta il pentimento: ora la tizia sa che tutti sanno.
Ha vinto sulla figona vergine, ma ci ha rimesso l’onore.
Ora quel figlio di buona famiglia che lei puntava, verrà a sapere che lei è una tipa dalla fallace morale e la lascerà da parte.
Le ovviamente intravede il finale triste e che fa? Piagnucola con la madre e si fa accompagnare dai nostri amici CC, denunciando i caproni dallo schizzo facile.
Fine della storia.
In questi frangenti ricordo con molto piacere la nostra Roberta.
Ella ha accolto tutti, belli e brutti.
Ha fatto quello che si sentiva di fare, senza scaricare nessuna responsabilità sugli altri.
Ricordo quando entrambi, dopo aver perso l’autobus che ci avrebbe dovuto riportare a casa dopo la scuola, ci siamo trovati a camminare assieme.
Era bella e profumata e mi ha chiesto:- Ma non ti fai problemi a farti vedere in giro con me?-
Ebbene, no.
Morale: perdere l’autobus, a volte serve.
mezzastrega
kiro
il vetraio
kiro