E’ un po’ come un bimbo nella fase anale, che appallottola merda per poi succhiarla felicemente, mosso dalla curiosità.
Poi la mamma, a suon di legnate gli insegna che son cose da non fare.
Egli, con i denti già rotti prima ancora di veder la luce, capisce che il fatto di mangiar merda non costituisce una forma di libertà.
Cioè non è che uno è libero perché mangia la merda, no?
Uno è libero quando è libero, pensa da libero e fa tutte quelle cose che si fanno quando si è liberi.
No, non quelle cose!
Quelle le fanno i rumeni assieme a tutte le popolazioni dell’est.
Ora noi siamo come il bambino nella fase anale e non c’è una mamma che ci spieghi che la rete non costituisce sempre una forma di libertà.
Anzi!
Probabilmente anche il figlio di Bossi saprebbe capire che la rete è un pericolo!
Forse è per questo che lo chiamano “il trota” no?
PS: oggi è il compleanno di Giuseppe Verdi.
PS1: inciampare sui vasi da fiori della vicina, cadendo al suolo e battendo i denti, mi ha fatto ricordare la materna risposta alla fase anale.
Cedro