Tipo- Sai, signor Vetraio, che sono un uomo fortunato?

Rientro a casa e ho una donna splendida che mi accarezza, che qualche volta gioca con me, che mi fa le vocine come quelle che si fanno ai pargoli.

Dopo cena mi invita sempre a passeggiare per il quartiere, perché sostiene sia salubre.

Il Vetraio- Lasciami indovinare: ti chiama “cucciolo?”.

Tipo- Ehm..si ed è una figata!

Il Vetraio- La tua vita sarà una merda.  Dovrai cagare petardi, limonare con Cicchitto e partorirai con dolore. In pratica sei fottuto, caro amico.

Tipo- Eh porca troia! Cazzodici?

Il Vetraio- Caro figliolo, in quel tempo, quando tutti credevano all’amore, quando tutti credevano al “trottolino amoroso tutututatata” e quando tutti credevano al “cogli la prima mela” (che non c’entra un beato cazzo, ma stamattina mi sento così)una donna, che si rivolgeva al suo uomo con il vezzeggiativo di “cucciolo” apparve sulla terra, celando la sua vera natura. Peste e carestia si abbatté sul pover’uomo. La dea dell’amore lo percosse e lui morì ascoltando musica rap cantata in milanese e abbandonato, legato per il collo ad un guard rail. Se non ricordo male, apparvero anche delle cavallette e ci devono essere state anche delle acque che si ruppero; o si spostarono, che cazzo ne so.

Figliolo! Non fidarti mai del diavolo con sembianze di fanciulla vergine che ti chiama “cucciolo”! Ella ti fotterà.

Tipo- Ma non è vergine!

Il Vetraio- …e ha anche un neo vistoso sulla coscia sinistra. E smettila di lacrimare sopra alle mie scarpe di pelle di cazzo di gnu: me le rovini.

 

8 Comments

  1. Rispondi

    Abbiamo qualcosa in comune, solo che io lo sono nei confronti dei rumeni.   Anche dei polacchi.  Anche del dentifricio prima del bocchino e nei confronti di un’altra cosa che ora mi sfugge.

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