No, volevo specificare che non è che ho iniziato a scrivere qui sul culo sulla piattaforma del sig splinder.
Questo è il mio spazio divertimento.
L’amante.
La pugnetta della buonanotte.
O del buongiorno a seconda delle bionecessità.
Io scrivevo anche da piccolo.
E me lo ricordo perché mio padre mi faceva scrivere anche da seduto sulla paperella azzurra.
Si la paperella sulla quale facevo la cacca.
E’ iniziato lì il mio dramma introspettivo: mi son trovato ad esprimere pensieri cagando sulla schiena di una papera azzurra.
E poi mi danno del demenziale, accicazzo!
Tuttavia, anche se non ne ho copia fedele, vedrò di riprodurre un pezzo scritto proprio negli anni in cui mio papà zompava su mia mamma, sempre alla stessa ora, pensando che noi dormissimo.
Quotidianamente.
Appena dopo la fine delle trasmissioni TV.
Prego il lettore di calarsi nella realtà degli anni settanta, quando chi aveva la TV (e non erano tuttissimi) la vedeva in bianco e nero, senza telecomando e con la sigla di chiusura delle trasmissioni alla mezzanotte con quella specie di antenna deforme che andava su e giù.
E la musica che faceva tu-tururu-rururu..
Da lì, automatico, partiva il: “Su, i bocia in leto!” della quale traduzione è “Forza, che i bimbi vadano a letto!”.
Ma io lo capivo anche senza sigla perché mio padre arrapato è inconfondibile.
E comico.
Fatto è che, con due canali TV a disposizione, molte sere si passavano a giocare con i giochi di società o con le carte.
Vedere mio padre giocare a carte con mia madre era fantastico.
Io credo che nel gioco sfogassero tantissimi dei vaffanculo che pensavano.
E’ così che una sera, abbiamo fatto un torneo di briscola.
Un torneo a tre.
Cose che anche solo a dirsi, fanno ridere (o piangere a seconda della sensibilità).
La finale: mamma contro papà.
C’è stata subito una guerra all’ultimo punto dove a suon di spade, si finiva la serie.
Poi l’attacco di mia madre che ha cercato di colpire a morte l’avversario, contando un attimo troppo sulla fortuna, aspettando una pescata a base di denari.
E da lì l’affondo impietoso di mio padre che l’ha uccisa definitivamente con un tre di bastoni.
Per un punto.
Il giorno dopo, a scuola, c’ho fatto pure un tema:
La mamma cercava i denari ma il papà l’ha inculata con i bastoni, facendole cedere un punto.
Per giorni, tutti gli insegnanti si mostravano entusiasti il mio elaborato.
E ridevano e fotocopiavano.
Pensavo volessero farmi partecipare a qualche concorso.
Ho preso anche un bel voto, ma oggi penso di essere stato preso in giro.
Forse.
In compenso oggi scrivo peggio.
Grazie.
serrenett
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