Sai Albano,
riflettevo sul fatto che anni fa, con quella che era tua moglie e che adesso non lo è più, mi insegnavi qualcosa a proposito della felicità.
Io per un pochino ti ho dato anche retta ma poi, crescendo ed iniziando ad assumere sostanze diverse da quelle che si assumevano all’epoca, mi ponevo delle domande.
Mi dicevi che tenersi per mano e andare lontano ne era sinonimo.
Di felicità intendo.
Poi alla fine non è che vai chissà quanto lontano se hai una che non vuole camminare o che è agile come una libellula affogata nel calcestruzzo.
Se poi hai uno sguardo innocente e sei in mezzo alla gente, non è che puoi stare tanto rilassato. Con i tempi che corrono, ti spunta un ratzy che ti crede un minore e lì sono cazzi.
Ho fatto la rima ratzy-cazzi, tipo.
Se poi pensi ad un cuscino di piume, deduco che tu non soffra di allergia alcuna.
Sempreché tu non manifesti la tua felicità porconando dio come uno che deve dormire starnutendo e smoccolando.
Detta tra noi, l’acqua del fiume passa e va, mica per fare felice te. Ma non prenderla sul personale.
Se poi vai dai terremotati de l’Aquila e spieghi che la felicità è data dall’acqua che scende dietro le tende, non lamentarti se ti gonfiano come una gomma da formula 1.
Per ciò che riguarda il biglietto dentro al cassetto, io dico che dipende.
Si, perché un conto è che la tipa ti prometta giochi erotici al rientro dal lavoro; un conto è se ti scrive che la darà al vicino.
In pratica, sei sicuro di quello che dici?
Ah dimenticavo: bella figa la Romy la tua voce!.
kiro
il vetraio