L’uomo non dovrebbe mai permettere ad una donna di comprargli le mutande.
E’ qualcosa che è contro gli schemi del pianeta terra, ma forse anche contro quelli di Vega, sempreché i vegani abbiano un pacco da gestire.
Una donna non può capire cosa sia meglio per il tuo pene, uomo!
La bazza deve guardare in su?
In giù?
Alla derecha?
Left side?
E’ una questione di lana caprina.
Potrebbero essere tutte verità, ma anche no.
Dipende dalle propensioni che ha il nostro beneamato.
Quando si irretisce di solito?
Con che frequenza?
Com’è fatto?
Si insomma, ci sono cazzi che si drizzano in modo diverso rispetto ad altri.
Ci sono i modelli “porta asciugamano”, quelli “pennone di bandiera”, quelli “curva pericolosa a destra” e via dicendo.
Si insomma, per essere rigorosi esistono anche quelli “self anal” che non oso descrivere qui.
Voi capite no?
La mutanda non può essere uguale nei vari casi!
Se sei circonciso e ti regalano una mutanda ruvida, continui a camminare per strada a bocca aperta.
E la gente ti crede rincoglionito.
Ecco, magari sei rincoglionito davvero, ma del tipo che cammineresti volentieri a bocca chiusa.
Se hai il pisello dalla cappella eterna, quello cioè che può anche cadere il mondo ma la cappella non si sgonfia mai, non è che puoi indossare l’intimo aderente modello pantaloncino!
I motivi, se sei uomo li capisci da solo.
Se sei donna no, a meno che tu non sia una splendida iperclitoridea.
In tal caso scrivimi una mail perché ti voglio sposare.
 
Vi scrivo a questo proposito, perché ho assistito ad un dialogo tra marito e moglie (o fidanzato e fidanzata) tra le corsie del supermercato dove, tra un carciofino sott’olio e un pezzo di taleggio, ti spunta la mutanda.
Il dialogo potrebbe essere così riassunto: lei ha comperato quello che ha voluto; Lui cammina per strada ricurvo e a bocca aperta. Sempre.
E li ho seguiti fino alla cassa per capire se si stesse prospettando un finale felice.
Un finale del tipo “quella casa nella prateria”, ma così non è stato.
In compenso mi sono beccato la mancanza di professionalità della cassiera che, visto che la moglie ha comperato delle mutandine pediatriche, ha esclamato “Ostrega, non c’è proprio nulla lì sotto!” (facendo l’occhiolino verso la patta dello sfortunato).
 
E la mutanda mi si è quindi sfracellata addosso alla mancanza di classe della cassiera zozza ed irritante.
Ecco il motivo per cui risulto attratto dalla classe.
Non parlo di mutande.
Parlo di professionalità.
Talvolta mi reco a bere qualche birra presso uno di quei postacci indegni dove la gente si reca a dimostrare esattamente il contrario di quello che realmente è.
Di solito trattasi di un banco bar, con una pertinenza coperta, e un piazzale.
Uno di quei posti dove i nostri nonni organizzavano le mostre scambio di bestiame.
Ecco, proprio quelli.
Lì la gente si reca vestita in modo appariscente, molto spesso improbabile, scomodo, attillato e costoso sorseggiando (o trangugiando) tutto ciò che di alcolico esiste.
Una manciata di security pattugliano il campo di battaglia, guardando di tanto in tanto qualche culo. Di uomo intendo.
Le signore delle pulizie non abbandonano l’alcol denaturato nemmeno per un istante per il rischio che qualcuno si beva pure quello.
In posti come quello, si vive in un matrix.
E’ una realtà parallela.
La gente si masturba il cervello con stili, atteggiamenti e accessori da nobili, trasudando però inesorabilmente fluidi operai, contadini o nomadi.
In effetti la cosa mette a disagio ma si sa, la mia ricerca verso la comprensione del genere umano non si può fermare così facilmente.
Ah dimenticavo: il tatuaggio.
L’abbigliamento è forgiato per la messa in mostra del tatoo.
Nulla di più volgare.
Il triste tentativo di aggiungere un valore ad un corpo femminile, probabilmente sapendo che si tratta di un’azione vana.
Personalmente mi dà noia anche il tatuaggio sulle braciole di maiale.
Quello col numero dell’allevatore intendo.
In questo posto, a fare da contrappeso alla cassiera dalle considerazioni simpatiche come un’ortica appesa allo scroto, c’è un barman.
Come si dice?
Barista, barman, cameriere?
Insomma cazzo, uno di coloro che ti versano secchi di alcol dai colori più strani, in cambio di camion di soldi.
Questo ragazzo è davvero notevole.
Lavora in coppia con una ragazza che puntualmente grippa il bicchiere di vetro dentro al contenitore inox per i cocktail.
Puntualmente lei tenta tutto ciò che la mente le suggerisce per sbloccarlo.
Evidentemente sussurra. La mente intendo.
Puntualmente non ci riesce e altrettanto puntualmente chiede aiuto al suo collega.
Le scuse sono tra le più varie: le mani che scivolano, le congiunture astrali, non ci sono più le mezze stagioni e gli asili nido chiudono troppo presto e altre cose che adesso non ricordo.
Qualsiasi essere umano, la manderebbe a fare l’amore con il sedere.
Lui no.
Lui le sorride, prende tempo con i clienti che stava servendo (loro non se ne accorgono in quanto già sorretti a peso morto dal dio Bacco) e, ricordando che esiste quel fenomeno che si chiama coefficiente di dilatazione termica, scalda un attimo il contenitore.
Un colpetto e oplà.
Il fatto è che è aggraziato.
E’ grazioso.
E questo aggettivo non contrasta con la virilità.
Non è altro che gradevole.
Ha sempre un volto con un accenno di sorriso anche quando entra nella fase “rolling balls”.
Si perché… apri la bottiglia, versa, incassa, porgi il resto, lascia passare la collega, aiutala a liberare il bicchiere incastrato, ascolta un altro cliente che vuole un “h,dfbklsdbhlyr” (che sarebbe un coca avana pronunciato da un ubriaco allo stadio terminale…
Insomma, nulla di facile.
Se ci fosse il premio “Il dipendente dell’anno” lo voterei.
 
E così immagino lui al posto della cassiera di cui prima vi parlavo.
Egli si sarebbe rivolto alla moglie invadente con un qualcosa del tipo “Ehmm..se vuole ci sono degli ottimi slip firmati e di cotone morbidissimo che sono in offerta speciale; con questi invece abbiamo avuto dei problemi…”.
Avrebbe di sicuro fatto l’occhiolino al marito, che avrebbe finalmente recuperato la mandibola.
 Questo è tutto.
Questione di stile, anche nella mutanda.
E poi riesce a far sorridere la sua collega che, anche se piace a me, si fa disincastrare il bicchiere sempre da lui.
Un altro Valpolicella, per cortesia.

6 Comments

  1. Rispondi

    Grandissimo post! Comunque, da ragazza, non sceglierei mai le mutande di un uomo. Anche perché è una cosa troppo da mamma. Brr.

  2. Rispondi

    la domanda sorge spontanea: ma la tipa che grippa bicchieri non fa nient’altro? sembra che lei lavori li solo per la bella presenza e l’abilità nel farsi aiutare XD povero barman

  3. Rispondi

    @ Nebula: no, i bei post non si leggono qui.

    @ Aeriselphie: non ha nemmeno una bella presenza! Però mi piace.  Sono proprietario di gusti non convenzionali.

  4. Rispondi

    io conosco un ragazzo che potrebbe essere quel barman

    nel senso che è così, grazioso.

    E conosco uomini che si fan comperare le mutande dalle loro donne per pigrizia.

    Ma è proprio obbligatorio commentare gli acquisti dei clienti, in cassa?

    E se sì, i personaggi in questione come commenterebbero l’eventuale acquisto dell’olio per massaggi commestibile?

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.