Parliamoci chiaro: i gusti maschili sono tanti, milioni di milioni, ma lingerie e abbigliamento sexy ci piacciono.
Da nord a sud.
Dalle alpi alle Ande (che fa rima con mutande)e, nemmeno a dirlo, da est ad ovest (che fa rima con zio best).
E io questa cosa la devo capire.
Anche perché è un cazzo di abbigliamento che una non è che lo usa così, per andare in ufficio o per andare a portare il pupo a scuola.
Non è che fa parte di uno stile o di una moda in particolare.
Non è nemmeno patrimonio di una determinata fascia d’età, per dio!.
La lingerie contamina trasversalmente le generazioni.
Nonni e nipoti che si masturbano allegramente al solo pensiero di avere la consorte bardata come dio comanda.
Ho visto settantenni trasformarsi in sex machines così prestanti come nemmeno Ratzinger di fronte ad un lattante!
Pezzetti di stoffa colorata che accendono desideri e scatenano passioni.
C’è un qualcosa di magico in quegli accessori.
Io lo voglio capire.
Come agiscono sul cazzo cervello dell’uomo?
Possibile che siano solo forme e colori particolari?
Possibile che la donna che indossa lingerie raffinatamente aggressiva, si comporti in modo diverso?
Possibile che lacci, fiocchi, pizzi diffondano nell’aire afrori più arrapanti del mio nuovo Arbre Magique?
Possibile che ci sia anche un’implicazione tattile?
Ma se facessi indossare della lingerie ricercata ad un chihuahua, che succederebbe?
E se ad indossarlo fosse una fiat palio verde bottiglia?
Cazzo che stress!
mezzastrega
il vetraio
mezzastrega
il vetraio
mezzastrega
il vetraio
mezzastrega
il vetraio