La grossa differenza tra le modalità di aggregazione di questa generazione e quelle di qualche decennio fa, sta nell’interpretazione di fondo.

Oggi l’aggregazione è finalizzata.

 

La stessa “amicizia” è stata sottoposta a cambiamenti di interpretazione.

I tempi, i modi.

L’aggregazione è così cambiata che a volte mi sembra disintegrazione.

 

Oggi percepisco un modo di essere amici, molto più simile alla simbiosi mutualistica che all’amicizia in senso stretto.

E mi spiego:

vedo amicizie basate sull’utilità.

Tu in qualche modo mi servi e, guarda caso, io servo a te: ergo siamo amici.

Sparisce la gratuità.

Sparisce il piacere di procurare piacere.

L’amicizia è diventata una sorta di palestra per manager pezzidimmerda ed arrivisti.

Quelli che andrebbero messi in galera per sfruttamento dei dipendenti.

Quelli che andrebbero messi in galera per evasione.

Si insomma, la feccia.

 

2 Comments

  1. Rispondi

     No scusa, ma il piacere di procurare piacere non è comunque un qualcosa che si fa per provare, appunto, piacere? E quindi, non è ugualmente un rapporto basato sull’utilità? Ogni rapporto è egoistico, qui si potrebbe discutere come al solito sul fatto che se fare del bene ci fa bene, automaticamente questo diventa un atto di egoismo – almeno in parte.

  2. Rispondi

    Ti scuso.

    Il problema sta nella cronologia.

    Il tempo è quello che rende torbido il tuo punto di vista.

    Infatti pianificare un comportamento significa conoscere il movente di quell’azione fin da subito.  Sapere di scegliere un’amicizia con finalità di mutua utilità, rende già impalpabile il valore di quell’amicizia.   Se invece succede come conseguenza, allora è fantastico.    Capisci? E’ come pulirsi il culo: prima devi fare la cacca.  Se fai il contrario, fai un’azione inutile e ti tieni il culo onto.

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