Mi sembra impossibile che nell’era della comunicazione non lo abbiate ancora capito!

Mi sembra impossibile dato che TV, internet, libri, riviste, bollettini parrocchiali, manuali d’uso di radiosveglie nipponiche ed etichette dei jeans ne parlano.

Dico a voi, donne!

E’ arrivato il momento che ne prendiate atto.

Esiste il “periodo refrattario”.

 

Non c’è nulla da fare: noi maschietti siamo stati programmati per avere determinate caratteristiche.

Non parlo di pregi, né di difetti.

Caratteristiche.

Tra queste caratteristiche c’è proprio il vecchio buon periodo refrattario.

Vediamolo.

 

Un uomo ed una donna.

Prima dell’amplesso, noi uomini siamo letteralmente rincoglioniti.

Molti di noi sfoggiano brillantissime bave che lubrificano un po’ tutto.

Cadono al suolo impreziosendo il pavimento con dei luminosi giochi di viscosissima luce.

Altri vedono la scialorrea cedere di fronte alla secchezza delle fauci.

E’ molto frequente il discorso senza senso.

Quello che si fa nell’attesa del corpo della nostra amante, intendo.

Emilio Fede non saprebbe far di meglio.

Obiettivo: la femmina.

La desideriamo, la annusiamo, ne percepiamo le vibrazioni e gli umori.

Il mondo è tutto lì.

Lei scodinzola sbarazzina, godendo al crepitio dei nostri capillari penici che scoppiano felici.

Si dimena e titilla il nostro sistema nervoso centrale provocando sensazioni che si provano solo ascoltando la musica dei Pink Floyd o mangiando i cappelletti in brodo.

Poi arriva l’unione.

Due entità che si avviluppano.

Di questi tempi però, tra le pillole stimolanti per lui, e i giochi fallici per lei, le entità tendono ad aumentare.

Ma non si faccia di ogni erba un fascio.

In breve: si fa all’amore, perbacco!

E poi inesorabilmente si finisce.

Si perché non è che si va all’infinito!

Lo dico a quelle credulone che pensano che noi si abbia il pisello che va a energie rinnovabili..

Dopo un po’, al cedere dei polmoni, dei tessuti o dell’amante, ci si deve fermare.

 

Ecco il momento.

E’ giunto il momento del periodo refrattario.

Dal momento esatto dell’orgasmo, quello che fino a trenta secondi prima ci ammaliava, ora ci repelle.

Quella carezza che prima cercavamo, ora diventa insopportabile.

Quel pompino bacio che incarnava uno dei nostri più importanti desideri, assieme al capitale di Briatore, ora ci irrita.

Quel mugolio che emettiamo quando ci si sfiora il volto con i capelli, non è di piacere, bensì di disappunto.

Insomma, per un periodo che varia dai 5 minuti all’ora, noi siamo da lasciar stare.

Il nulla.

In termini numerici: zero.

 

E adesso le puntualizzazioni.

Qui non si discute sul valore di:

   Sentimenti;

   Bellezza del vostro corpo;

   Serietà delle motivazioni che ci avvicinano a voi;

   Bellezza del vostro corpo;

   Amore che ci governa (in dipendenza da ciò che abbiamo assunto a livello di psicotropi esogeni);

   Bellezza del vostro corpo e, per concludere, bellezza della donna che sognavamo facendo l’amore con voi!

 

Quello è invariato.

 

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