Sorvoliamo sul perchè e sul per come.
Io non sono nemmeno un amante della lap dance.
A me vedere una che si ramena, rulla, struscia, aggroviglia, arrampica e altro su d’un palo cromato, fa da ridere.
Dicono che sia eccitante.
E infatti io mi eccito come mio nonno davanti ad una vigna di fragolino.
Fatto sta che mi hanno trascinato (e lo dico con orgoglio e convinzione) in un nuovissimo troiaio club sadomaso gestito da un francese che è tutto un programma.
Solita storia, solita lapdance, ma sadomaso.
Cioè fanno tutto sopra descritto, ma dandosi legnate da mille ed una notte.
Frustate e altre cose che si vedono nei pornazzi di bassa, sono acqua minerale.
Si arriva anche alla tipa che ti apre la bottiglia di birra con la gnocca.
“Ehmm Vetraio, una birra?”
“No grazie, io acqua minerale. Col tappo”.
E poi si finisce davanti ad una vetrina dove scegli la tipa da portarti in camera.
Ovviamente per giocarvi a subbuteo.
Tutta questa cosa è figlia della solita storia: cliente cinese ricco e soddisfatto.
Stasera paga per tutti.
E ride come un pomodoro in mano a Chicchitto.
Di rifiutare non se ne parla.
Bene, io scelgo la numero 15 su cartellino giallo.
Si perchè c’è anche la 15 su cartellino azzurro, ma si è fatta allungare i canini in metallo bianco e la cosa mi fa senso.
Prendo la mia signorina 15giallo per mano e con soddisfazione massima la trascino verso le scale.
Sto sudando come un facocero pugliese.
Sto anche recitando una scena che ho imparato a recitare tanti anni fa.
Al primo piano c’è la sala ascensori.
“Uhmm…which floor?”
“ Thirtytwo, my slave!”
(Parla inglese e questo mi conforta moltissimo)
Arriviamo in camera.
Da adesso il dialogo è già tradotto
“Ciao, mi chiamo Vetraio e non voglio essere nè schiavo nè master”
“Ah, allora vuoi guardare! Vuoi che chiami un’altra ragazza? Due?”
“No Cicci, io non voglio niente. Io ora mi faccio una doccia, finchè tu ti fai un paio di ematomi addosso all’attaccapanni o sullo spigolo della gogna, e dirai che abbiamo trombato come due battiscopa. Tu prenderai i tuoi soldi, io farò la faccia da scroto vuoto e tutti vissero felici e contenti. Ok?”
“Guarda che se è perchè non ti funziona, abbiamo Viagra, Cialis……..aternis, afundig, cipressis, olives…….”
“No stella, non ci siamo capiti: lui gode di buona salute, compatibilmente con la depressione di vivere in un posto di merda, di avere una certa età, di trovarmi di fronte una ragazzina che avrà forse vent’anni, armata fino ai denti e che berlusconi è un presidente del consiglio.”
(Inizio fase vittimismo, sedendosi sul letto a capo chino verso il pavimento e parlando in thai)
“Allora è perchè non mi trovi bellissima?” (Traduzione letterale visto che l’orientale medio scopa tutto ciò che è bellissimo”
Io trovo bellissima la mia nuova valigetta, ma scoparla mi sembrerebbe un’azione violenta.
“Ma no! Tu sei bellissima ma io non è che sono venuto qui per darci di punta. Sono qui perchè invitato”
“…….” concetto incomprensibile per chi è schiavo dentro, ed è fatto di amfetamine come non mai.
Immaginate poi che è donna, in un luogo dove arrivano i personaggi più ricchi e luridi del mondo.
Quelli che si scoperebbero anche il pesce rosso.
Quelli che danno valore alla donna pari al valore di una manciata di sabbia nel deserto.
“Facciamo così: bevi un attimo di acqua, rilassati che io faccio la doccia”
“Non ho sete” (effetto delle amfe…)
“Allora beviamo a mezzo: un poco a ciascuno, ok?”
“No”
Raccolgo la bottiglia di whiskey che il locale offre gratis ai trombatori e me la porto in bagno per evitare che la tipa se la facesse fuori.
L’uso delle amfetamine è diffusissimo tra le puttane “lavoratrici del settore agroalimentare”, per vincere la stanchezza e per contrastare il dolore.
E qui, diobono se ne fanno tanto.
Di dolore.
Ma anche di amfe.
A doccia finita, la ritrovo ancora seduta sul letto, a capo chino, giochicchiando con la frusta e cantando una canzone per bambini.
(scoprirò solo l’indomani che aveva 16anni)
“Che ne pensi di toglierti la…..divisa.. per metterti qualcosa di più comodo?”
“Allora vuoi scopare!!”
“No, ripeto che sei vestita di pelle nera da cima in fondo, sei fatta e sudi come una capra sarda. Se entra una mosca ti depone le uova addosso e io poi devo andare a pescare per tre mesi”
“Non capisco….”
“Ecco, appunto”
Prendo un asciugamano ed un accappatoio.
Con quest’ultimo faccio schermo finchè si toglie tutte le armi di dosso e la guaina di pvc che l’ammazzava.
“Meglio adesso?”
“Si, sei gentile”
“Bevi?”
“Ok, ma che sia un bicchiere intero altrimenti ti rimetti la …..pelle di ufo”
“Hahaha, ok”
E adesso dovrei continuare con un dialogo che si è protratto tre ore.
Un dialogo che l’ha portata verso il “down” e che l’ha fatta prendere fiducia di uno sconosciuto in accappatoio bianco, al punto di dirgli che vorrebbe tanto la sedia a dondolo di winnie the pooh.
Da basso, tre idioti mi aspettavano, lividi, ubriachi e addormentati.
Mi aspettavano da due ore.
E questa visione è stata la cosa più divertente della serata.
L’indomani ho comperato la sedia a dondolo di Winnie the Pooh e l’ho fatta recapitare da un’amica.
Non sono ammessi i contatti…extraprofessionali.
Dopo qualche ora, dalla terribile finestra sadomaso, ondeggiava una corona votiva di fiori che ha un significato talmente profondo e personale, che io non saprei nemmeno descrivere.
E’ il grazie NON alla persona ma a quella entità che ha permesso di fare una certa cosa.
Lasciate perdere, è un casino.
Ecco una delle cose più sadomaso che esista: star bene soffrendo.
E io l’ho provato.
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