Pensa che bello che sarebbe!

 

Pensa che cosa fantastica e rivoluzionaria sarebbe se si smettesse di parlare di “bellezza”, lasciando spazio ai gusti!

 

Che bomba!

 

Che strepito poter dire “mi piace” o “non mi piace”.

 

Mi spiego meglio:

 

non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.

 

Questa è una fantastica teoria che, nella pratica non viene applicata.

 

Qualora ti capitasse di gradire qualcosa “fuori standard”, immediatamente verresti annoverato perlomeno tra “i strani”.

Salvo poi esagerare, perché allora ti troveresti addosso una stranissima camicia dalle maniche lunghisssssssssime…

 

E questo è deleterio.

 

Si pensi a cosa non si farebbe per piacere.

 

Per piacere, vedi gente che si camuffa in modo terribile.

 

Per piacere, vedi gente che si comporta ancor peggio.

 

Per piacere, vedi gente che annaspa nella mediocrità.

 

E tutto perché si cerca di essere ciò che non si è.

 

 

Chi ha i capelli mori, li vuole rossi.

 

Chi ha il culo grosso, lo liposuziona.

 

Chi ha le tette piccole, le pompa.

 

 

E se a qualcuno piacesse la tipa mora, col culo grosso e le tette piccole?

 

E’ fottuto.

 

Questo è il punto: la vera rivoluzione sarebbe quella di vivere la propria identità in modo diverso.

 

Sarebbe quella di vivere sapendo che “a qualcuno certamente piacerei così”.

 

In caso contrario si appiattisce tutto il gusto collettivo sotto ad un ombrello di uniformità.

 

E sapete a cosa porta?

 

Porta al tradimento.

 

Ovvio.

 

Innamorarsi dell’immagine che una persona dà di se, è deviante.

 

Infatti cosa succede se l’immagine di cui si è ammantata una persona, non è “sua”?

 

Quando la sveli, ti ritrovi una persona sconosciuta.

 

Un x-file.

(Non pensare a Sculli, porco)

 

Stare con una femmina che non ti piace è triste.

 

Ti piace zero.

 

Certo, puoi fingere.

 

Puoi fare buon viso a cattivo gioco.

 

Puoi saltuariamente spegnere la luce in camera e scoparla pensando a chissà chi.

 

Puoi fare mille cose.

 

Resta il fatto che non ti piace.

 

Resta il fatto che non ti stimola il DNA.

 

Resta il fatto che la bobina della tua auto, ti ecciterebbe di più.

 

Ecco che è inevitabile il tradimento.

 

Oggi il tradimento è una costante.

 

Suvvia, non facciamo i bacchettoni!

 

Oggi tutti tradiscono tutti, e nessuno si ferma a pensare che è una cosa maledettamente brutta.

 

E’ brutta per chi è tradito.

E’ brutta per chi tradisce.

 

Il tradito è maledettamente pesante.

 

Un piagnisteo continuo.

 

Un rimescolare sconnesso di “Ma perché?”.

 

Una lotta autoimmune che nel giro di qualche anno li manda al manicomio o al cimitero.

 

E li trasforma in egoisti di merda!

 

Loro pensano solo al danno ricevuto a causa del tradimento, e non si pongono il problema di appesantire tutti coloro che vivono attorno a loro. Parlo di figli, parenti, amici, animali da compagnia e mobili in stile.

 

Il traditore, per contro, sente che sta facendo due cose contemporaneamente.

 

Tutte giuste e sbagliate allo stesso tempo: mettere da parte una persona che non gli piace, e prenderne una che gli piace di più.

 

In questo non c’è nulla di dannato.

 

In questo non c’è nulla di carino.

 

Il traditore vive quindi nella dantesca pena dell’indefinito.

 

Sa che sta facendo del male, facendo del bene.

 

Ecco perché siamo in questo mare di merda.

 

Non facciamo altro che dire “siamo liberi”, senza accorgerci che non lo siamo.

 

Siamo l’animale più condizionato della fauna mondiale.

 

Siamo vittime del gusto collettivo.

 

E non riusciamo a liberaci.

 

Relegati magari per sempre a sognare una tipo di donna che “non è ammessa” dal senso collettivo.

 

Ma la vera domanda è: ma perché devo pagare quando uso il bancomat?

 

4 Comments

  1. Rispondi

    a ogni frase letta ho pensato  "ecco perchè sono sola"… a ogni frase

    tranne all’ ultima, sul perchè si paga per usare il bancomat ci sto ancora pensando (poco, eh, non è che mi sforzo troppo)

    ciao ilve

    ciao mezzastrega

     

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